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LABORATORIO DI STORIA > materiali didattici > progetti di lavoro > la ricerca sulla storia della scuola > ottobre 2002 |
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La ricerca della rete delle scuole
polo di storia sulla storia della scuola gli interventi del seminario di ottobre 2002 USO
DIDATTICO DELLE FONTI ORALI Le fonti utilizzabili per la ricerca di storia contemporanea abbondano. Il concetto di fonte è stato dilatato al massimo: è tutto ciò che ha valore di testimonianza, che dà informazioni, che fornisce un segno, una traccia che consente di leggere la realtà Il ventaglio delle fonti disponibili si è quindi ampliato: dal giornale ai manifesti, dai registri parrocchiali, agli strumenti di lavoro, agli oggetti personali, ai censimenti, alle fotografie, film registrazioni radiofoniche e televisive, ai testimoni diretti. Il testimone diretto è una fonte utilizzabile per ovvi motivi solo in storia contemporanea, soprattutto per la ricostruzione del recente passato ma la fonte orale anche se apparentemente è la più semplice e immediata da utilizzare pone problemi di diversa natura. L’intervista, la storia di vita, è stata nel passato, a partire dagli anni sessanta e soprattutto a metà degli anni settanta, addirittura una moda a scuola e in quanto tale abusata e banalizzata. Ma il testimone dà informazioni significative, complete, congruenti, veritiere, obiettive, attendibili? Abbiamo altre fonti da utilizzare che possono confermare o cambiare quanto detto dal testimone? PrerequisitiE’ necessario che il gruppo classe sia già in possesso, attraverso ricostruzioni del proprio passato anche recente di alcuni aspetti della propria vita da cui sia emersa: - l’insufficienza della memoria individuale propria e altrui, e collettiva - le deformazioni, la parzialità, la soggettività del ricordo - l’esigenza di trovare documenti certi per riempire i vuoti di memoria -
l’importanza del documento ufficiale Strumenti privilegiati delle fonti orali sono: il questionario e l’intervista di cui vanno analizzate le caratteristiche per renderli efficaci strumenti di indagine. Il questionario è utilizzato generalmente per l’avvio di una ricerca didattica o predeterminata socio storica. Il questionario deve servire per arrivare al problema, non è mai definitivo ed è sempre possibile cambiarlo. L’approccio potrebbe avvenire tramite interviste individuali molto generiche con raccolta di materiale vario che forniscono alcune preconoscenze che consentono di riflettere criticamente e mettono a fuoco il problema. Raccolte le risposte e le fonti materiali, occorre: - elaborare un questionario mirato, uguale per tutti, funzionale all’ambito della ricerca (di cui l’insegnante ha già un’idea abbastanza chiara ed è già in possesso di alcuni documenti) e strutturato in modo che consenta la raccolta dei dati, con risposte chiuse e aperte da sottoporre nuovamente ai testimoni. - delimitare il campo d’indagine spazio temporale con l’individuazione del settore e dell’epoca cui faranno riferimento gli intervistati, in modo da poter collocare poi con precisione le notizie raccolte sulla linea del tempo. - individuare il campione L’analisi delle risposte e la relativa sintesi collettiva consente - di periodizzare e di usare una specifica terminologia - di passare da una dimensione soggettiva a una più oggettiva da confrontare con altre realtà passando così dal locale al generale (le fonti orali sono spesso sinonimo di storia locale, marginale, privata, particolare) - di usare altre fonti che consentano la conferma o meno di quanto emerso dall’indagine - di concettualizzare - di stimolare l’acquisizione di alcune abilità tecniche -
di aprire altri campi di indagine e filoni di ricerca L’intervistaNon dovrebbe essere usata come avvio di una ricerca bensì come verifica in itinere o finale della ricerca storica. Un’intervista individuale «spontanea»a un testimone, da parte del gruppo classe, all’inizio di un lavoro di ricerca, per forza di cose non può che essere generica, con rischio di dispersione, soggettiva anche se coinvolgente dal punto di vista emotivo soprattutto se l’intervistato individuato si rivela un buon comunicatore. L’incontro non deve essere consumato come spettacolo o come esperienza da cui si traggono pochissime informazioni per la ricostruzione storica Inoltre, al momento della trascrizione dell’intervista, quale selezioni introdurre sulle informazioni che sono state date? E’ un problema di selezione degli obiettivi. Ciò comporta un’operazione di scelta e di manipolazione. I ragazzi dovrebbero invece, prima di affrontare un’intervista, avere già acquisito, attraverso altre fonti, informazioni sufficienti su un determinato problema e essere in possesso della cronologia di riferimento Domandare quindi ma aver chiaro lo scopo, il problema, le ipotesi della ricerca. - Predisporre le domande raggruppate per argomento e per periodi, ordinate logicamente, domande che fanno riferimento a documenti specifici. - Predisporre le domande un modo che l’intervistato sia indotto a dare delle risposte più oggettive. - Illustrare all’intervistato il piano dell’intervista, lo scopo, l’ambito della ricerca e quello che si vuole appurare, meglio ancora se una copia dell’intervista viene messa a disposizione dell’intervistato. Anche in questo caso ci sono delle sorprese: - gli alunni restano fermi alla formulazione linguistica delle domande, non sapendosi adattare ai modi di parlare dell’intervistato - spesso non si accorgono che alla domanda che fanno è già stata data risposta - fanno fatica a comprendere la completezza della risposta, - non riescono cogliere spunti nuovi e prontamente formulare domande aggiuntive per non lasciarsi sfuggire l’occasione di scendere più a fondo nell’argomento o notizie indirette che dà l’interlocutore (che devono essere recuperate dopo, se ritenute funzionali al lavoro di ricerca, nel momento di riascolto della registrazione) La preparazione della scaletta delle domante come verifica intermedia o finale dovrebbe anche servire, in sostituzione dell’interrogazione, per valutare il grado di acquisizione di concetti e di saperi specifici da parte di ciascun alunno. Dalle domande individuali alla scaletta collettiva. Aspetti tecnici ai fini del recupero dell’intervista per l’economicità dei tempi scolastici: successione di chi fa le domande e su che cosa, trascrizione da parte di ciascun intervistatore della risposta ricevuta, (problemi dell’ascolto) assemblaggio finale e riascolto della registrazione. Discussione se il testimone ha confermato le ipotesi e le conoscenze o se è necessario in caso di lacune o verità soggettiva consultare altri documenti. Conservazione del materiale e tenerlo a disposizione degli altri che ne faranno oggetto di ulteriore lavoro. La scelta dell’intervistato deve essere valutata attentamente; deve essere il più funzionale possibile per raccogliere dati sull’aspetto della ricerca che si vuole verificare o approfondire e nello stesso tempo essere un buon comunicatore. Può essere proficuo utilizzare come intervistati due persone: che abbiano avuto esperienze in modi, in tempi o luoghi diversi, a un testimone e a un esperto in quel campo Utilizzo di fonti orali realizzate da altri. |
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gli interventi del seminario di ottobre 2002 programma del seminario del 9-10 ottobre 2002 le schede di analisi dei documenti (materiale preparatorio per il seminario di autunno 2002) progetto del seminario di autunno 2002 incontri di formazione Marzo 2002 il progetto di ricerca in sintesi il progetto di ricerca nei dettagli
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