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La ricerca della rete delle scuole polo di storia sulla storia della scuola

gli interventi del seminario di ottobre 2002

analisi di documenti burocratici (circolari, diplomi e pagelle, programmi e programmazioni) 
Daniela Nebiolo  

Il laboratorio di lettura dei documenti burocratici della scuola è sicuramente poco appassionante per chi è interessato ad un lavoro di ricostruzione della vita scolastica. Tuttavia mi sembra significativo recuperare, in questa direzione, tutta una serie di riflessioni e di suggestioni che possono stimolare alla ricerca. Per capire meglio cosa abbia significato nel tempo”fare scuola” e, più in particolare, a quali pratiche, contenuti, valori, tale espressione rimandi, sarebbe utile avere una conoscenza più puntuale dei contenuti e delle dinamiche/continuità (innovazione dei programmi ministeriali, delle relazioni stese da ispettori e commissari straordinari e, magari, degli orientamenti forniti dalle riviste professionali).

Ma, se dei programmi ministeriali conosciamo il loro autoritarismo e il carattere cogente dell’intervento centrale, delle seconde, cioè delle relazioni stese dagli ispettori, non conosciamo la loro valenza didattica. Relazioni, registri e verbali permettono di aprire un varco per documentare segmenti di un universo altrimenti difficile da attingere, vista anche la pochezza delle fonti sussidiarie minori, diari, lettere, memorie, che ce ne parlino fuori degli stereotipi.

Esaminando la documentazione, per lo più burocratica, però, emergono diversi interrogativi e di conseguenza, diverse ipotesi di lavoro. Tra queste, una suggestiva: chi erano, come hanno declinato e interpretato i programmi ministeriali, la loro professione, il loro ruolo sociale, i docenti?

Gli insegnanti restano ai nostri occhi degli sconosciuti e, dopo il profilo di Santoni Rugiu del 1959, ben poco è stato fatto in questa direzione. Di loro, della loro formazione e della loro cultura, così come delle loro carriere e delle loro vite restano scarse documentazioni.

Gli archivi scolastici danno degli insegnanti una visione molto burocratica, che appiattisce e non esalta le professionalità e l’impegno di molti di loro. La conferma. Nel nostro ambito territoriale, mi è stata data dall’esame dell’archivio della direzione didattica di Moncalvo, che ha conservato con rigore ed ordine numerose e preziose carte, e dove sono consultabili i fascicoli personali di “maestri storici”, di quelli che hanno formato intere generazioni di padri e figli. Se la memoria collettiva ha dato loro un ricordo forte, e ha creato attorno alle loro figure un’aura di rispetto, di riconoscenza per  loro lavoro, dall’altra, le carte d’archivio offrono una burocratica sfilza di carte, che non permetteranno mai ad uno studioso interessato di ripercorrere il cammino professionale e di cogliere quei tratti di umanità, di disponibilità, di comprensione che hanno fatto di loro delle figure simbolo, dei modelli educativi viventi.

Per questo l’archivio scolastico deve essere colto in senso trasversale e tematico e non soltanto nell’ottica della ricostruzione della biografia delle singole scuole.   E leggere nelle circolari, nei verbali, nei registri l’umanità  che sta dietro. E’ possibile farlo. Le carte esaminate conservano registri, piani di lavoro, giudizi per l’ammissione agli esami, relazioni sull’andamento delle classi che possono aiutarci ad impostare lo studio di una categoria particolare ed importante per la formazione.

Per questo oltre a ricercare, inventariare  circolari, verbali, elenchi di libri di testo è stato emozionante lasciarsi cogliere dalle cronache di vita quotidiana che offrono un contributo indispensabile e una testimonianza insostituibile del mondo che sta dietro le pagine annotate a mano. Nelle colonna a destra della pagina del registro le maestre, e soprattutto le maestre, si abbandonavano a personalissimi commenti, sfoghi sentimentali, commenti.

Delle maestre si è scritto poco, i grandi pedagogisti sono stati i maestri. Basti pensare al maestro Perboni, a Don Dilani, a Mario Lodi, al maestro Manzi. Al nome noto, visibile, corrisponde l’invisibilità delle maestre, sempre superiori di numero ai colleghi. La cronaca sui registri diventa quindi spazio per la riflessione, per considerazioni sui propri allievi che sono amati come figli e verso i quali il trasporto è, ancora negli anni cinquanta ed oltre, di stampo deamicisiano. La figura della maestria della penna rossa aleggia nelle pagine dei registri  ed è il risultato di un lungo progetto culturale dove il binomio maestra/madre  è una costante che trova ricadute importanti nelle cronache  ma che si riconosce anche in altri documenti della scuola, programmi, circolari, indirizzari pedagogici che, inesorabilmente, confermano uno stereotipo della maestra/mamma che deve avere virtù materne e non importa se quelle professionali  difettano.

Nella storia della scuola artigiana bisogna però fare alcune e doverose eccezioni, perché dallo studio delle carte burocratiche ci si ritrova di fronte ad alcune personalità femminili di forte interesse. Si potrebbe ipotizzare un panorama culturale al femminile che ha lasciato segni nel tessuto sociale, come l’educatrice Lina Borgo che si occupò nel periodo bellico dei figli di quelle madri che sostituendo gli uomini in guerra si avvicendavano alla Way Assauto secondo turni che andavano dalle sette del mattino alle venti di sera; o come l’ispettrice scolastica Martinetti che dominò il mondo scolastico nel periodo fascista: Non solo. In tempi più recenti Tota Baggio, che affrontò il problema di dare una qualificazione professionale alle tante ragazze  del dopoguerra. Accanto alle figure leggendarie che mi sembrerebbe doveroso e storicamente importante studiare meglio, una lunga serie di educatrici che sostituirono le madri che non potevano provvedere all’assistenza dei figli. Tra esse la straordinaria maestra Faustina Perdomo, e le Tote Teresa e Gabriella che ancora oggi gli ex allievi del Vittorio Alfieri ricordano con vera commozione.

Questa carrellata di umanità emerge anche se lentamente  da tutta quella burocrazia che giace semisconosciuta negli archivi scolastici de che da sola dà un significato a questo tipo di indagine.

STORIA DELLA SCUOLA

gli interventi del seminario di ottobre 2002

programma del seminario del 9-10 ottobre 2002

le schede di analisi dei documenti (materiale preparatorio per il seminario di autunno 2002)

progetto del seminario di autunno 2002  

incontri di formazione Marzo 2002

il progetto di ricerca in sintesi

il progetto di ricerca nei dettagli

 

 

  

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