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LABORATORIO DI STORIA > materiali didattici > progetti di lavoro > la ricerca sulla storia della scuola > ottobre 2002 |
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La ricerca della rete delle scuole
polo di storia sulla storia della scuola gli interventi del seminario di ottobre 2002 analisi
di documenti burocratici
(circolari, diplomi e pagelle, programmi e programmazioni) Il
laboratorio di lettura dei documenti burocratici della scuola è sicuramente
poco appassionante per chi è interessato ad un lavoro di ricostruzione
della vita scolastica. Tuttavia mi sembra significativo recuperare, in
questa direzione, tutta una serie di riflessioni e di suggestioni che
possono stimolare alla ricerca. Per capire meglio cosa abbia significato nel
tempo”fare scuola” e, più in particolare, a quali pratiche, contenuti,
valori, tale espressione rimandi, sarebbe utile avere una conoscenza più
puntuale dei contenuti e delle dinamiche/continuità (innovazione dei
programmi ministeriali, delle relazioni stese da ispettori e commissari
straordinari e, magari, degli orientamenti forniti dalle riviste
professionali). Ma,
se dei programmi ministeriali conosciamo il loro autoritarismo e il
carattere cogente dell’intervento centrale, delle seconde, cioè delle
relazioni stese dagli ispettori, non conosciamo la loro valenza didattica.
Relazioni, registri e verbali permettono di aprire un varco per documentare
segmenti di un universo altrimenti difficile da attingere, vista anche la
pochezza delle fonti sussidiarie minori, diari, lettere, memorie, che ce ne
parlino fuori degli stereotipi. Esaminando
la documentazione, per lo più burocratica, però, emergono diversi
interrogativi e di conseguenza, diverse ipotesi di lavoro. Tra queste, una
suggestiva: chi erano, come hanno declinato e interpretato i programmi
ministeriali, la loro professione, il loro ruolo sociale, i docenti? Gli
insegnanti restano ai nostri occhi degli sconosciuti e, dopo il profilo di
Santoni Rugiu del 1959, ben poco è stato fatto in questa direzione. Di
loro, della loro formazione e della loro cultura, così come delle loro
carriere e delle loro vite restano scarse documentazioni. Gli
archivi scolastici danno degli insegnanti una visione molto burocratica, che
appiattisce e non esalta le professionalità e l’impegno di molti di loro.
La conferma. Nel nostro ambito territoriale, mi è stata data dall’esame
dell’archivio della direzione didattica di Moncalvo, che ha conservato con
rigore ed ordine numerose e preziose carte, e dove sono consultabili i
fascicoli personali di “maestri storici”, di quelli che hanno formato
intere generazioni di padri e figli. Se la memoria collettiva ha dato loro
un ricordo forte, e ha creato attorno alle loro figure un’aura di
rispetto, di riconoscenza per loro
lavoro, dall’altra, le carte d’archivio offrono una burocratica sfilza
di carte, che non permetteranno mai ad uno studioso interessato di
ripercorrere il cammino professionale e di cogliere quei tratti di umanità,
di disponibilità, di comprensione che hanno fatto di loro delle figure
simbolo, dei modelli educativi viventi. Per
questo l’archivio scolastico deve essere colto in senso trasversale e
tematico e non soltanto nell’ottica della ricostruzione della biografia
delle singole scuole. E
leggere nelle circolari, nei verbali, nei registri l’umanità
che sta dietro. E’ possibile farlo. Le carte esaminate conservano
registri, piani di lavoro, giudizi per l’ammissione agli esami, relazioni
sull’andamento delle classi che possono aiutarci ad impostare lo studio di
una categoria particolare ed importante per la formazione. Per
questo oltre a ricercare, inventariare
circolari, verbali, elenchi di libri di testo è stato emozionante
lasciarsi cogliere dalle cronache di vita quotidiana che offrono un
contributo indispensabile e una testimonianza insostituibile del mondo che
sta dietro le pagine annotate a mano. Nelle colonna a destra della pagina
del registro le maestre, e soprattutto le maestre, si abbandonavano a
personalissimi commenti, sfoghi sentimentali, commenti. Delle
maestre si è scritto poco, i grandi pedagogisti sono stati i maestri. Basti
pensare al maestro Perboni, a Don Dilani, a Mario Lodi, al maestro Manzi. Al
nome noto, visibile, corrisponde l’invisibilità delle maestre, sempre
superiori di numero ai colleghi. La cronaca sui registri diventa quindi
spazio per la riflessione, per considerazioni sui propri allievi che sono
amati come figli e verso i quali il trasporto è, ancora negli anni
cinquanta ed oltre, di stampo deamicisiano. La figura della maestria della
penna rossa aleggia nelle pagine dei registri
ed è il risultato di un lungo progetto culturale dove il binomio
maestra/madre è una costante
che trova ricadute importanti nelle cronache
ma che si riconosce anche in altri documenti della scuola, programmi,
circolari, indirizzari pedagogici che, inesorabilmente, confermano uno
stereotipo della maestra/mamma che deve avere virtù materne e non importa
se quelle professionali difettano. Nella
storia della scuola artigiana bisogna però fare alcune e doverose
eccezioni, perché dallo studio delle carte burocratiche ci si ritrova di
fronte ad alcune personalità femminili di forte interesse. Si potrebbe
ipotizzare un panorama culturale al femminile che ha lasciato segni nel
tessuto sociale, come l’educatrice Lina Borgo che si occupò nel periodo
bellico dei figli di quelle madri che sostituendo gli uomini in guerra si
avvicendavano alla Way Assauto secondo turni che andavano dalle sette del
mattino alle venti di sera; o come l’ispettrice scolastica Martinetti che
dominò il mondo scolastico nel periodo fascista: Non solo. In tempi più
recenti Tota Baggio, che affrontò il problema di dare una qualificazione
professionale alle tante ragazze del
dopoguerra. Accanto alle figure leggendarie che mi sembrerebbe doveroso e
storicamente importante studiare meglio, una lunga serie di educatrici che
sostituirono le madri che non potevano provvedere all’assistenza dei
figli. Tra esse la straordinaria maestra Faustina Perdomo, e le Tote Teresa
e Gabriella che ancora oggi gli ex allievi del Vittorio Alfieri ricordano
con vera commozione. Questa carrellata di umanità emerge anche se lentamente da tutta quella burocrazia che giace semisconosciuta negli archivi scolastici de che da sola dà un significato a questo tipo di indagine. |
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gli interventi del seminario di ottobre 2002 programma del seminario del 9-10 ottobre 2002 le schede di analisi dei documenti (materiale preparatorio per il seminario di autunno 2002) progetto del seminario di autunno 2002 incontri di formazione Marzo 2002 il progetto di ricerca in sintesi il progetto di ricerca nei dettagli
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