Vita tremenda, vita tribolata
Di chi alla macchia va per lavorare
Vita tremenda triste e strapazzata
Non si può creder quanto immaginare.
Parte da casa ha poco lieto il cuore
Si riunisce insieme ai suoi compagni
Lascia la moglie sola nel dolore
E i figli scalzi e ignudi come ragni.
Dicendole se giova il mio sudore
Speranza ho di far buoni guadagni
Soccorso vi darò poi lo vedrete
Comprerete il vestire e mangerete.
rit.
In Corsica, in Sardegna e fino a Rieti
Star sette mesi e non mi spoglio mai
Ma in cerca di fortuna
S'andrebbe anche nel grigio della luna...
S'incontra una foresta alta e bruna
si fabbrica una cella per dimora
si fabbrica di legno terra e sassi
sembra proprio il ricovero dei tassi
Sette mesi bisogna coricarsi
nutrendosi del cibo più meschino
polenta e cacio si diventa grassi.
Per risparmiare se ne mangia pochino.
Ora c'è l'ingiustizia e l'angheria
il capomacchia il prezzo vuiene a fare
e fra tare rincari e fra rivelli
credete a Dio ce ne rimangia mezzi
Per S. Giovanni si fece fagotto
mezzi ammalati di febbre quartana
ritorno a casa stracanato e scotto
senza un quattrino e con la febbre addosso