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I termidoriani e gli ex girondini rimasero al
potere anche dopo lo scioglimento della Convenzione e la creazione di un nuovo
regime repubblicano (costituzione dell'anno III, 1795) detto Direttorio,
dall'organo a cui era affidato il potere esecutivo. Tale regime, sostenuto dalle
forze moderate e borghesi della rivoluzione (proprietari, finanzieri, fornitori
dell'esercito e speculatori, imprenditori) e dall'appoggio di alcuni generali,
per sopravvivere dovette stroncare l'opposizione sia dei monarchici (dispersi da
Napoleone
Bonaparte il 5.X.1795), sia dei superstiti sanculotti e
montagnardi (Congiura degli Eguali di Babeuf, 1796). Caratterizzato sul piano
interno da una forte instabilità istituzionale (colpi di Stato del 4.IX.1797,
11.V.1798, 18.VI.1799), sul piano internazionale il Direttorio estese,
attraverso una serie di fortunate campagne militari, la rivoluzione in Europa,
creando un sistema di Stati satelliti della Francia (le "repubbliche
sorelle" Batava, 1795; Cispadana, Ligure, Cisalpina, Elvetica, Romana,
Partenopea, 1796-99). Proprio il crollo di tali repubbliche, provocato
dall'offensiva di una seconda coalizione antifrancese (1798) e dal sostanziale
fallimento della spedizione di Bonaparte in Egitto (1798-99), si ripercosse però
all'interno. Il colpo di Stato del 18 brumaio (9.XI.1799) abbatté il
Direttorio, consegnando la Repubblica francese nelle mani di
Napoleone
Bonaparte attraverso l'istituzione del Consolato e, di
fatto, ponendo fine alla rivoluzione.