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COLTIVAVANO IL BASILICO NELLA VASCA DA BAGNO
Percorso sull'emigrazione interna in Italia degli anni '50-'60
a cura di Patrizia Vayola

Presentazione prerequisiti e competenze da attivare
TAPPA 1: LA REALTÀ DEI RAGAZZI TAPPA 2: I DATI QUANTITATIVI TAPPA 3: LA PROBLEMATIZZAZIONE
TAPPA 4: IL QUESTIONARIO ALLE FAMIGLIE TAPPA 5: LE INTERVISTE A CONFRONTO Sitografia Bibliografia

Presentazione

Il percorso si rivolge a studenti delle scuole medie inferiori ed intende, attraverso una ricerca di laboratorio che consenta l’intreccio di tipologie diverse di  fonti, costruire un quadro del fenomeno migratorio in Italia negli anni ’50-’60, sia nei suoi aspetti quantitativi, sia indagando  su come esso abbia inciso nelle relazioni tra i cittadini del nord e gli emigranti provenienti dalle varie regioni italiane, con la creazione di stereotipi e pregiudizi non dissimili da quelli che ora sono condizionano i rapporti tra gli stranieri immigrati e la popolazione italiana.

Dal punto di vista metodologico, il percorso è organizzato in modo da partire  concretamente dagli studenti (mediante la costruzione del loro albero genealogico) per porre subito come importante il nesso tra storia e biografia individuale: il problema dell’emigrazione è sì un evento storico, ma anche un dato della vita e dell’esperienza della generazione dei genitori e dei nonni. 

La fase successiva serve appunto a consolidare questo nesso attraverso l’analisi di dati quantitativi che, partendo da un “campo lungo” in termini spazio-temporali (l’emigrazione nell’Italia post-unitaria), gradualmente focalizzano l’attenzione, contemporaneamente, su uno spazio più limitato (Torino e poi Asti) e su tempi via via più vicini, per arrivare poi al presente mediante i dati sull’immigrazione attuale nel nostro paese.

Il trattamento e l’analisi delle tabelle statistiche (ciascuna scheda di analisi propone sia domande descrittive sia domande interpretative rispetto ai dati contenuti nelle tabelle stesse) ha inoltre lo scopo di far emergere le conoscenze e le capacità di inferenza dei ragazzi a partire dal quadro che hanno già del fenomeno migratorio. Questa metodologia muove dalla considerazione che i ragazzi sono depositari di molteplici conoscenze, in parte mutuate dalla scuola, in parte (spesso la maggiore) acquisite tramite le relazioni sociali o gli atri media. Di conseguenza sarebbe inutile sovrapporre ad esse altre conoscenze mediante una lezione frontale: le informazioni rischierebbero di giustapporsi piuttosto che di integrarsi, impedendo ai ragazzi stessi di ridisegnare le proprie mappe mentali alla luce di nuove conoscenze. 
Dal momento poi che un tema come quello dell’emigrazione è di forte attualità, una spiegazione ex cathedra  non avrebbe alcun potere di stimolare il confronto tra le diverse immagini mentali del fenomeno, cosa invece che riesce molto più facile se gli studenti stessi devono ipotizzare spiegazioni e interpretazioni del fenomeno. 
Naturalmente la funzione dell’insegnante sarà quella di orientare la discussione e di integrare o rettificare le spiegazioni, mettendo in luce eventi o nessi che possono essere sfuggiti ai ragazzi, però saranno loro a costruire la spiegazione che si dipanerà nello spazio e nel tempo a partire dalle ipotesi interpretative che essi daranno in relazione ai dati contenuti nelle loro tabelle.

Il modulo si propone inoltre di mettere gli studenti a confronto con diverse tipologie di fonti in modo da far cogliere loro come esse siano necessarie per ricostruire la complessità di un fenomeno. Si tratta naturalmente di una ricerca simulata, che preseleziona i materiali in vista del loro utilizzo, tuttavia si ritiene importante che i ragazzi sperimentino l’intreccio di diversi strumenti per imparare a porre ad essi le domande giuste e per cogliere come ciascun tipo di fonte abbia necessità di particolari precauzioni d’uso affinché le risposte che fornisce siano attendibili e valide dal punto di vista scientifico. 

La tappa successiva pertanto utilizza come fonte un repertorio di documentari degli anni ’50-’60 tratti da trasmissioni televisive dell’epoca. L’intento è quello di mettere in immagine alcuni aspetti del fenomeno migratorio e del contesto storico in cui si pone in modo da far cogliere in maniera evidente lo scarto tra quell’epoca e l’attuale anche per aspetti marginali (comportamenti, abbigliamento, caratteri  delle abitazioni, delle città e dei paesi ecc.). 

La selezione dei brani riporta stralci di interviste a meridionali emigrati al nord e ne sintetizza i problemi (cause dello spostamento, difficoltà di inserimento ecc). 
Rispetto all’uso di questa fonte non si ritiene di dover dare agli studenti particolari indicazioni metodologiche in quanto l’obiettivo primario è, come si diceva, quello di far misurare le differenze rispetto alla situazione attuale fornendo, ulteriori elementi per la comprensione del fenomeno. Infatti, in una logica di curricolo verticale di acquisizione di competenze, si ritiene che gli strumenti per l’analisi di questo tipo di fonte audiovisiva non debbano essere necessariamente posseduti in questa fase del ciclo di studi e nè che proprio questo percorso costituisca l’occasione per affrontare tale problema nei suoi aspetti critici (importanza delle inquadrature, del montaggio, della sceneggiatura, varie tecniche di intervista e di uso della voce narrante). 
Tuttavia è opportuno richiamare ai ragazzi alcune precauzioni metodologiche per l’interrogazione di questa fonte che sono funzionali alle caratteristiche del lavoro stesso. Infatti lo scopo della visione è quello di raccogliere elementi per formulare un questionario a persone (parenti o conoscenti) emigrati nell’astigiano negli anni del boom. 
Di conseguenza si può utilmente introdurre l’idea che il documentario non è una ricostruzione oggettiva della realtà (come comunemente viene inteso in contrapposizione al film, visto invece come prodotto di fiction) ma che presuppone un punto di vista (quello del regista che seleziona inquadrature e monta immagini) ed è costruito intorno ad una interpretazione del fenomeno che vuole raccontare. 
In questo modo i ragazzi, nel formulare le loro domande, non solo utilizzeranno le immagini per trovare spunti alla successiva intervista ma anche si porranno il problema, attraverso le interviste, di verificare la fondatezza dei dati che sono presentati attraverso l’antologia di documentari.

E’ importante, in questa tappa del lavoro, sollecitare i ragazzi a generare il maggior numero di domande in modo da stimolare al massimo la curiosità e da consentire, attraverso di essa, un rinforzo motivazionale all’approfondimento. Dalle domande individuali, attraverso la discussione collettiva, si arriverà poi ad un questionario standard che i ragazzi utilizzeranno per raccogliere informazioni.

Bisognerà comunque specificare loro che le domande che hanno enucleato non sono vincolanti e che rappresentano solo una traccia per un dialogo col testimone che sia volto a ricostruire motivazioni, condizioni, problemi relativi al fenomeno dell’immigrazione nell’astigiano. Anche in questo caso non si intende fornire in modo dettagliato le tecniche per l’intervista ma si vuole segnalare ai ragazzi come sia importante sollecitare domande e raccogliere dati anche al di là di quelli originariamente previsti, assecondando e stimolando l’interlocutore a chiarire e raccontare la sua esperienza.

Sarà tuttavia necessario fornire loro alcune cautele rispetto all’attendibilità dei dati che ricaveranno dal loro lavoro. E’ importante infatti che i ragazzi, anche in questo caso, comprendano valore e limiti della fonte che stanno interrogando. Bisognerà pertanto metterli in guardia nei confronti della soggettività di una simile fonte e del fatto che le informazioni che ne derivano sono fortemente condizionate sia dal considerevole lasso di tempo trascorso, sia dalle convinzioni attuali del soggetto intervistato nei confronti del valore di quell’esperienza, che è stata probabilmente una delle più importanti dal punto di vista esistenziale, sia dalla complessiva autorappresentazione che vorrà dare di sé al suo giovane interlocutore.

La successiva fase del lavoro riguarda il confronto dei dati ricavati dalle interviste e la loro tabulazione, in modo da chiudere il percorso di lavoro intorno all’emigrazione interna negli anni del boom economico.

L’ultima tappa prevista riguarda l’attualizzazione del discorso ed è essenzialmente mirata al raggiungimento di obiettivi sul piano educativo più che in relazione alle conoscenze storiche. Si propone infatti l’utilizzo degli stessi questionari elaborati per indagare sull’emigrazione interna degli anni ’60 allo scopo di invece acquisire dati di conoscenza sull’attuale fenomeno dell’immigrazione di stranieri nel nostro paese. 
Per raggiungere questo obiettivo è previsto un incontro con immigrati (contattabili solitamente tramite le organizzazioni che si occupano di assistenza all’immigrazione) di varie nazionalità. Le esperienze già realizzate dimostrano che si tratta di momenti significativi per lo scambio interculturale e per fornire agli studenti una percezione non stereotipata dei problemi connessi all’insediamento di cittadini stranieri sul nostro territorio. Il fatto poi che ci siano analogie sorprendenti tra i racconti di costoro e quelli raccolti durante le interviste relative all’immigrazione interna contribuisce ad una maggiore comprensione del fenomeno e in qualche modo lo inquadra all’interno di problemi di confronto tra identità diverse che devono comprendersi anziché contrapporsi aprioristicamente.

Durata

Il percorso è diviso in 5 tappe per una durata complessiva di circa 10-12 ore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prerequisiti

  • capacità di lettura e analisi di tabelle e grafici

  • capacità di costruzione di istogrammi

  • conoscenza di base delle condizioni economiche, sociali e politiche italiane dall’unificazione alla II guerra mondiale

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Competenze da attivare

  • Sul piano educativo:

    • riflessione sugli stereotipi e i pregiudizi che caratterizzano il rapporto con gli stranieri immigrati in Italia alla luce delle analogie con l’accoglienza che  gli italiani emigranti dal meridione hanno subito all’atto del loro spostamento al nord

    • comprensione delle motivazioni economiche e sociali che inducono all’emigrazione

  • Sul piano cognitivo:

    • conoscenza delle cause e delle caratteristiche del fenomeno migratorio italiano negli anni ’50-‘70

    • conoscenza delle caratteristiche economiche e sociali di base della fase del boom economico in Italia

  • Sul piano metodologico:

    • capacità di analisi e interpretazione di dati quantitativi

    • capacità di ricavare informazioni storiche da in testo filmico

    • capacità di tabulazione e interpretazione di un questionario

    • capacità di costruzione e di somministrazione di un’intervista