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 Il sistema dei media

L’era della radio

 Nel 1894 Guglielmo Marconi conduce a Bologna i primi esperimenti che provano la possibilità della comunicazione a distanza in codice morse attraverso le onde herziane. Nel 1901 egli realizza il primo collegamento senza fili attraverso l’Atlantico. Nel 1908 si ha la prima trasmissione a distanza della voce umana parte dalla Tour Eiffel a Parigi.

Agli inizi la radio ha un’importanza che è soprattutto civile e militare. Sarà soltanto negli anni '20 che nasceranno i programmi di trasmissione al pubblico. Era il 3 novembre 1920 quando la stazione Kdka della Westinghouse iniziò a trasmettere regolarmente. La radiodiffusione, negli Usa, si rivelò presto un buon affare grazie agli introiti pubblicitari. Per questo essa poté affermarsi ed entrare nelle abitudini quotidiane della gente. Il risultato fu un sistema di mercato. In Europa fu invece seguita un’altra strada: quella di un monopolio pubblico sul tipo della Bbc (British Broadcast Corporation), che si finanziava tramite abbonamenti.

Nella storia dei mezzi di comunicazione di massa, la radio rappresenta un vero e proprio salto evolutivo. Essa è un media del tutto nuovo rispetto a quelli  precedenti, sia per quanto riguarda il tipo di apparati che si rendono necessari, sia per il tipo di pubblici a cui dà vita. A differenza del cinema, infatti, la radio permette potenzialmente di rivolgersi a milioni di persone in ascolto contemporaneo e di far loro sentire parole e suoni nel momento stesso in cui vengono prodotti, cosa che prima soltanto la comunicazione orale poteva fare. E’ l’inizio della comunicazione in diretta.

Cambiano perciò gli stili di comunicazione ed anche il pubblico della radio cambia forma sociale, perché questo mezzo raggiunge gli ascoltatori a casa propria, dando vita ad una enorme platea formata da persone separate le une dalle altre, che stanno da sole o sono riunite in piccoli gruppi familiari. Inoltre, fatto da non trascurare in quell’epoca, essa “parla” anche agli analfabeti e può far arrivare i suoi suoni e le sue voci anche nelle zone più lontane e sperdute del pianeta.

Le generazioni più anziane ricordano ancora con emozione la suggestione quasi magica che si provava, quando la televisione ancora non era stata introdotta, nel cambiare la sintonia e nel ricevere stazioni lontane, da cui provenivano, in mezzo ai ronzii, parole in lingue sconosciute e musiche esotiche.  
Negli anni '60, poi, con la diffusione dei transistor alimentati a pila consente la fruizione dei programmi anche fuori casa, potenziando le occasioni comunicative 8notiziari, sport, musica) dello strumento.
Dagli anni '80, infine, la liberalizzazione delle frequenze porta alla nascita delle radio private e al moltiplicarsi delle emittenti e delle offerte di programmi.

Marconi e l'apparecchio da lui inventato