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Il sistema dei media
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Il
cambiamento dei sistemi mediali tra gli anni ’70 e ‘80 Intorno al 1980 il sistema dei media è andato incontro ad un
cambiamento di notevole portata. Per rendersene conto, basterà
ricordare che sino ad allora, in quasi tutti i paesi, vi erano soltanto
pochi canali televisivi nazionali, in bianco e in nero. L’introduzione
della tv a colori, avvenuta in quel periodo, poté sembrare solo
un miglioramento tecnico ma in realtà portò ad una diversa fruibilità
del mezzo e ad un cambiamento della forma culturale stessa della
televisione, spingendo i produttori a creare nuovi formati e nuovi
linguaggi, mentre orientava il pubblico a modalità diverse di
ricezione e di consumo. Insieme all’introduzione del colore, più o
meno nello stesso periodo cominciò la diffusione di massa della
videoregistrazione e l’offerta sul mercato dei primi compact
disc. Ciò portò al formarsi di un nuovo settore di consumo
mediale, quello dell’home
video. A rendere ancora più complessa la trasformazione dei
mezzi audiovisuali, nascevano negli Stati Uniti nuove tecnologie di
distribuzione delle immagini e dei suoni, come la televisione via
cavo e via satellite; e venivano offerti, anche in Europa, i primi
servizi interattivi, come il minitel in Francia e il teletext, che ebbe
larga diffusione negli altri paesi. L’effetto sistemico principale di
tutte queste innovazioni fu quello di portare ad una convergenza e ad un
uso combinato di tipologie diverse di produzione audiovisiva, diminuendo
fortemente i tempi di circolazione dei prodotti comunicativi e rendendo
minimo l’intervallo che separa la produzione dal consumo. Tra le
innovazioni tecnologiche introdotte in quegli anni va ricordata infine
quella del telecomando, che permettendo le pratiche cosiddette di
zapping, lo zigzagare
da canale a canale, contribuì a rendere l’audience sempre più mobile, sfuggente e imprevedibile. Tutto ciò spinse verso una trasformazione degli assetti istituzionali. Negli Stati Uniti nacque la Cnn, una televisione che trasmetteva soltanto informazioni ventiquattr’ore su ventiquattro. La Cnn introduceva un modello nuovo, quello della televisione tematica a flusso continuo che diffonde i programmi via satellite o via cavo e si finanzia tramite abbonamento. In Europa si ebbe la fine del monopolio statale dell’audiovisivo e l’affermarsi di un modello misto, di coesistenza tra radiotelevisione pubblica e radiotelevisione commerciale. La pubblicità, che sino ad allora aveva avuto un’incidenza relativamente ristretta, s’impose come una componente centrale del palinsesto televisivo, investendo il vissuto quotidiano degli spettatori con i suoi stilemi e le sue metafore, che alimentavano l’immaginario collettivo e stimolavano la formazione di nuovi modelli culturali. Considerata negli anni cinquanta e sessanta soprattutto come una forma di manipolazione e di persuasione occulta, la pubblicità appariva ora, agli occhi di alcuni interpreti, come una tra le forme più originali di espressione della sensibilità e della cultura post moderna.
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