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Laurana Lajolo, Gli archivi scolastici: una “miniera work in progress” per la ricerca didattica

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TIPOLOGIE DI DOCUMENTI

La tipologia di documenti, che si trova negli archivi scolastici, va dal materiale burocratico (circolari, legislazione) ai documenti amministrativi (registri di protocollo, registri di matricola, ecc.), che, di solito, sono quelli conservati con maggior cura dagli uffici di segreteria, ma vi sono anche l’inventario degli arredi scolastici, il catalogo della biblioteca e dei gabinetti scientifici e, se si è fortunati, pagelle e altri parametri di valutazione, insieme a qualche  produzione scolastica di studenti e docenti.

Nonostante gli archivi scolastici contengano quasi esclusivamente la documentazione amministrativa ed ufficiale della scuola e quasi mai la documentazione del processo dell’istruzione, Quinti Antonelli sottolinea che “si tratta ugualmente di una documentazione eccezionalmente interessante (si pensi solo ai registri e alle “programmazioni” degli insegnanti, ai verbali delle riunioni, alle varie rilevazioni statistiche: vi troveremo variamente documentati gli esiti di strategie pedagogiche e di intenzionalità educative).”[1]

Val la pena di ribadire che i contenuti di un archivio scolastico sono il risultato di operazioni di scarto fatte con criteri amministrativi, che finora hanno soprattutto sacrificato la produzione scolastica, come i temi e altri elaborati degli studenti, le relazioni dei docenti, impoverendo di fatto l’insieme delle informazioni che si possono reperire. E ciò pone, indiscutibilmente, un serio problema storiografico, poiché la scelta precedentemente operata sui documenti scartati orienta necessariamente la ricerca storica e didattica su certi filoni documentati, mentre altre tematiche risultano perdute o di più difficile ricostruzione.

A una prima lettura, i documenti si presentano aridi e “disconnessi”, ma, opportunamente ordinati e selezionati, attraverso accostamenti di tipologie diverse, forniscono molte indicazioni per le ricerche.

I documenti ufficiali, per esempio, sono utilizzabili in modo quantitativo, elaborando i dati sulla composizione delle classi, sulle iscrizioni, sull’estrazione sociale, sulla provenienza geografica, sull’estrazione sociale dei genitori, sull’evasione e sull’abbandono scolastico e così via.

In questo caso, si consiglia agli insegnanti di elaborare schede di rilevamento, così da organizzare gli elementi studiati e da facilitare il confronto tra documenti diversi. Naturalmente è la tipologia stessa del documento che suggerisce la classificazione interna per la catalogazione dei materiali.[2]

Ma si possono esperire anche letture di tipo qualitativo del funzionamento della scuola: la consistenza e la qualificazione del corpo docente, le biografie professionali, la composizione degli organi collegiali, a partire dal 1974, i provvedimenti a favore dell’assistenza e del diritto allo studio, che sono rivelatori anche delle condizioni economiche degli utenti e quindi ci danno uno spaccato sulle stratificazioni sociali della comunità di riferimento.

Attraverso il materiale di archivio possono anche essere delineati nel lungo periodo i profili professionali degli insegnanti, in una fase storica e politica in cui i docenti hanno perso visibilità e peso sociale E il basso livello retributivo è di per sé un segnale indicativo della scarsa considerazione valoriale della categoria e della sua funzione sociale.

Le indagini sugli insegnanti, recentemente condotte, non registrano compiutamente le condizioni di lavoro e, a volte, mettendo in evidenza la demotivazione diffusa, tendono a svalutare la preparazione professionale e le competenze di sperimentazione dei docenti in servizio, di cui spesso non rimane documentazione pubblica.[3] E’, infatti, indiscutibile che i docenti in genere non si preoccupano di  comunicare i risultati dei propri lavori dentro e fuori dalla scuola forse per l’insicurezza nelle proprie capacità, ma anche perché non sono abituati a dare importanza alle diverse forme di socializzazione del percorso formativo, che pure deve essere considerata parte integrante della ricerca stessa.

Questo è un breve elenco ai fini di dare qualche esemplificazione, ma vi è molto altro ancora, come, per esempio, la possibilità di rintracciare i valori identitari trasmessi dalla scuola, attraverso l’analisi del linguaggio retorico e formale delle ricorrenze, cerimonie e celebrazioni[4] e, in genere, alle modalità comunicative della rappresentazione ufficializzata della scuola.

Va fatta comunque un’avvertenza metodologica: gli archivi scolastici necessitano di essere studiati in connessione con altri archivi (archivi di stato, comunali, parrocchiali, diocesani, ecc.), e con altri riferimenti storiografici per integrare e completare le informazioni a disposizione.

Ed è necessario stabilire, come è avvenuto per l’Istituto Scano di Cagliari, una collaborazione tra l’istituto scolastico, l’archivio di stato, l’archivio comunale, la biblioteca, l’Università, così da costruire un apparato metodologico di alta qualificazione a disposizione degli insegnanti, che sono poi quelli che devono individuare la calibratura formativa dei documenti all’interno della ricerca condotta dagli studenti.


[1] Q. Antonelli, Gtli archivi scolastici in provincia di Trento, in  M.T. Sega (a cura di), La scuola fa la storia. Gli archivi scolastici per la ricerca e la didattica, Portogruaro (Ve), Edizioni Nuovadimensione, Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, p.78.

[2] cfr. A. Andri, Traccia per una ricerca su un archivio scolastico, cit.; A. Santagiustina, R: Vivante, Nel labirinto dell’archivio di una scuola media, in M.T. Sega (a cura di), La scuola fa la storia, cit..

[3] cfr..E. Guerra, I. Mattozzi. Insegnanti di storia, Clueb, Bologna, 1994; A. Cavalli (a cura di) Gli insegnanti nella scuola che cambia. Seconda indagine IARD sulle condizioni di vita e lavoro nella scuola italia, Il Mulino, Bologna, 2000; G. Rinaldi, L. Ziruolo, La storia a scuola. Due ricerche, Edizioni dell’Orso, Alessandria, 2001.

[4] cfr. A. Andri, Traccia per una ricerca su un archivio scolastico in “Quale storia” 1. Archivi e fonti per la storia delle istituzioni educative giuliane, anno XXIX, n. 1, giugno 2001.


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