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LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti > l'uso delle fonti

Laurana Lajolo, Gli archivi scolastici: una “miniera work in progress” per la ricerca didattica

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CONTENUTI E FONTI

Come si è detto, i documenti rintracciati nell’archivio scolastico spesso non sono sufficienti per delineare un percorso storico e la relativa interpretazione, e diventa quindi utile  intrecciare quei documenti con altre fonti di vario tipo: oltre alle carte private, di cui si è fatto cenno, le fonti materiali (oggetti d’uso nella scuola, banchi, attrezzature, ecc.) consentono di ricostruire le condizioni della vita quotidiana a scuola: i grembiuli diversificati per maschi e femmine, gli alti banchi di legno, che impedivano la libertà dei movimenti; la predella della cattedra segno dell’autorità, i pennini e l’inchiostro, che imponevano abilità calligrafiche e così via. Erano cioè tutti strumenti più o meno diretti per abituare alla disciplina, al silenzio, all’ordine.

Le informazioni così recuperate possono essere messe a confronto con le modalità attuali di comportamento, permettendo ai ragazzi di riflettere su permanenze e discontinuità.

E’ anche piuttosto interessante prendere in esame i cosiddetti sussidi didattici (diapositive, opuscoli, materiale documentario di varia natura), che avevano il compito di integrare le nozioni dei testi obbligatori.

Le carte geografiche segnano, nei vari periodi storici, la diversa composizione dei territori e la distribuzione dei poteri nel mondo; l’inventario dei gabinetti scientifici, anche quelli non più utilizzati, e il catalogo della biblioteca rivelano l’impostazione di conoscenza e il livello culturale in campo scientifico e letterario. I libri di testo e, in particolare, i libri di lettura delle scuole elementari e medie, offrono uno spaccato illuminante sugli indirizzi della formazione e sui messaggi valoriali ed educativi della scuola del periodo considerato.

Le foto di classe di fine anno sono, poi, delle vere e proprie narrazioni sul gruppo di studenti e di insegnanti ritratti e sulle forme di autorappresentazione, e possono essere analizzate utilizzando diversi codici interpretativi, oltre naturalmente quelli propri del linguaggio visivo.

Ricostruire la storia dell’edificio scolastico vuol dire operare una contestualizzazione storica e soprattutto individuare le relazioni tra la scuola, le amministrazioni pubbliche e la comunità.

In molti casi le scuole sono state insediate in vecchi monasteri o in ex-caserme. La rigidità della struttura di tipo conventuale e/o militare è stata assorbita, senza necessità di grandi variazioni nella nuova funzione scolastica, perché coerente con lo stesso modello educativo autoritario della scuola. Nell’impianto delle costruzioni più recenti si riflette, invece, l’eco del dibattito pedagogico e politico sulla funzione complessiva della scuola, anche in relazione al contesto sociale, con spazi collettivi più duttili, come mense, palestre, auditorium, laboratori, ecc.

Negli archivi comunali e provinciali si trova documentazione dell’iter delle pratiche amministrative, seguite dal comune o dalla provincia, per individuare la collocazione urbanistica, le modalità dell’incarico progettuale, la viabilità di accesso, i costi e i tempi di realizzazione, insomma dati e indirizzi di politica amministrativa. Si possono anche rilevare i periodi in cui sono state costruite le scuole in riferimenti ai cambiamenti sociali e alle esigenze della popolazione scolastica. Pertanto, anche la storia dell’edificio scolastico entra a far parte della storia  più generale dell’istruzione.


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