|
7. LE ARTI SONORE E VISIVE
L'esigenza generale di favorire il dialogo e
l'interazione fra tutte le componenti nelle quali si articola la cultura
e di far sì che questa impostazione abbia un'espressione adeguata
e concreta nella pratica didattica impone di far uscire le arti sonore e
visive, e tutto ciò che le integra (come il teatro e il cinema) dalla
condizione marginale alla quale sono relegate nella nostra scuola.
Occorre dare legittimità scolastica alle
forme di sapere che sono proprie degli spazi musicali, investendo in primo
luogo su un ascolto consapevole, inteso come espressione di un modo diretto
e partecipato di stare in rapporto con gli oggetti e i linguaggi sonori.
La musica parla al mondo e parla del mondo, e si fa intendere anche da chi
non dispone di una specifica alfabetizzazione musicale: la logica, il movimento,
la retorica sono continuamente ed efficacemente azionate dai suoni e dalle
voci. Non si tratta di fare della scuola un luogo di informazione sulla musica.
Si tratta invece di farne una sede di esperienza acustica e musicale. Solo
così i riferimenti storici e ambientali alle diverse espressioni musicali
acquisteranno senso e diventeranno patrimonio dei giovani.
La scuola dovrà essere anche la sede per
un incontro tra i giovani e la civiltà figurativa, intesa come espressione
di un fare dotato di una sua specifica identità. E' inevitabile legare
questa identità al linguaggio "visivo", ma l'esigenza di conoscerlo
e praticarlo consapevolmente può essere considerata fondamentale,
contribuendo così a dare una base alla formazione complessiva
dell'individuo, solo attraverso una lettura coordinata del suo complesso
costituirsi, nel tempo storico e negli spazi d'uso, in forma, immagine, oggetto,
territorio. In questo senso le arti figurative offrono opportunità
enormi e non sostituibili allo sviluppo dell'inventiva, dell'operatività,
della comunicazione, del giudizio.
Un'auspicabile promozione scolastica del complesso
delle attività legate alla conservazione e alla valorizzazione dei
beni culturali porterebbe anche alla maturazione del senso storico e di una
più compiuta responsabilità ambientale, nonché allo
sviluppo di sofisticate competenze tecnologiche.
Accanto all'aspetto della conoscenza/fruizione
si potrà recuperare quello della produzione personale, valorizzando
anche la componente applicativa, che costituisce un valore aggiunto alla
grande cultura, ma anche della produzione italiana, oltre che un elemento
significativo di autorealizzazione.
|
Ministero della
pubblica istruzione
I viaggi di Erodoto
... e
se la storia non fosse maestra di vita?
di Scipione Guarracino
I viaggi di Erodoto
La
didattica sotto accusa
di Tommaso Detti
|