Odio i bambini
di James
Holding
A me non
piacciono i bambini. E voi fareste altrettanto se vi
trovaste nei miei panni, che sono di taglia 50,
confezionati dalla sartoria della prigione.
Fino al momento del lavoro di South Side, potevo
accettare i bambini o lasciarli per i fatti loro.
D'altro canto, non è che piangessi perché non ne avevo,
soprattutto dal momento che non sono sposato.
Comunque, i bambini erano l'ultima cosa a cui stavo
pensando quando, quella sera, alla Taverna Tasso mi si
avvicinò il tenente Randall. Ero seduto al bar accanto a
una ragazza di nome Sally Ann.
Ovviamente non sapevo chi fosse costui. Aveva un abito
blu, una cravatta a righe e una camicia bianca. Aveva
inoltre un'aria talmente cordiale che prometteva
soltanto gentilezza e comprensione. Nessuno avrebbe
pensato che era un piedipiatti.
E invece lo era. Lo scoprii quando mi sventolò sotto il
naso la patacca e mi disse il suo nome. «E lei. è Andrew
Carmichael, vero? » mi chiese poi con molta educazione.
Senza pensare risposi: «Sì ».
Egli annuì. I suoi occhi stranamente gialli mi
guardarono quasi con affetto. «Bene» disse.
«L'apprezzerei molto sé scendesse con me in città per
una chiacchieratina, signor Carmichael. Le dispiace? »
Dispiacermi? E chi non se ne sarebbe dispiaciuto date le
circostanze? Stavo sorbendomi il secondo Martini, la mia
mano sinistra riposava sulla coscia di Sally Ann sotto
il banco. «Ora? » chiesi. Mi sorprese una certa ruvidità
nella mia voce. Mi schiarii la gola.
« Ora sarebbe meglio » disse Randall. Si piegò in avanti
e guardò oltre me in direzione di Sally Ann. «Lei vorrà
scusarci, signorina? »
Sally Ann tolse la mia mano dalla coscia e disse: « Con
piacere. Qualsiasi cosa abbia fatto, io non c'entro.
L'ho conosciuto solo quindici minuti fa ».
Ecco come vanno le cose. Gli amori finiscono non appena
compare un piedipiatti.
« Vuole finire il suo Martini? » chiese Randall.
Avevo perduto qualsiasi interesse nel Martini. «No»
dissi .e mi alzai. Randall mi sovrastava. « Sono pronto,
ma mi piacerebbe sapere di cosa vuole parlarmi.»
Randall sorrise. Era un sorriso infantile, gaio,
nonostante l'espressione fissa degli occhi gialli.
«Nessun motivo per tenerlo segreto» disse e mi pilotò
fuori dalla Taverna verso una macchina della polizia
parcheggiata al marciapiede. Randall. mi aprì la
portiera posteriore. Salii a bordo ed egli si sedette
accanto a me e fece un cenno all'autista in divisa. La
macchina della polizia si avviò. «Ciò di cui vogliamo
parlare» disse Randail «è una piccola faccenda di
falsificazione, signor Carmichael. »
Falsificazione? Tirai un lungo sospiro e dissi: «Pensavo
che la falsificazione fosse una faccenda che riguardava
la polizia federale, tenente ».
« Lo è. Ma in questo caso c'è un'angolatura particolare
che riguarda noi. Capisce ciò che intendo? »
Non capivo ma non era poi tanto importante. Il gelo che
si era formato sui miei centri nervosi quando per la
prima volta avevo sentito la presa della mano di Randall
sul braccio cominciò a sciogliersi. Se Randall aveva in
testa solo la falsificazione, ero fuori. Libero. E vi
dico perché.
Conosco un po' di tutto. La mia cultura generale è forse
un poco più vasta della media, se devo dire la verità,
ma quando si tratta di falsificazione, mi piazzo fra gli
ultimi. Non sono nemmeno capace di sillabare il nome.
I biglietti di banca e le monete false non hanno mai
avuto la benché minima attrattiva per me. Infatti solo
l'idea del denaro falso mi ripugna. Amo troppo il denaro
vero per gingillarmi, con dei sostituti a buon mercato.
Ecco perché riuscii a respirare a pieni polmoni quanto
Randall mi parlò di falsificazione. Non era me che
volevano, non per la falsificazione.
Se il tenente avesse detto “rapina a mano armata", avrei
potuto preoccuparmi. Perchè le rapine a mano armata,
soprattutto nel campo bancario, erano qualcosa che
conoscevo bene. Avevo rapinato diciotto filiali negli
ultimi due anni senza lasciare alcun indizio, senza che
nemmeno l'ombra di un sospetto portasse le indagini
nella mia direzione.
Ero orgoglioso del mio successo. Dopo tutto le rapine
alle banche sono un genere di lavoro molto impegnativo.
Occorre una pianificazione accurata, coraggio,
intelligenza e senso del tempo, oltre al sistema, certo.
Per il lavoro di banca ci vuole un sistema, un sistema
che tenga conto di milioni di piccole cose e che sia
semplice e complicato nel medesimo tempo. Il che non è
facile, soprattutto quando bisogna pensare alle
guardie armate, ai sistemi di allarme, alle telecamere
nascoste, alla ronda di polizia, ai cassieri isterici e
a un sacco di altri fattori imprevedibili. Per non
parlare delle grosse decisioni, come quella del cassiere
da intimorire, quale banca scegliere, in che momento, in
quale giorno e persino, e questo potrà sembrarvi strano,
quale somma si vuole rapinare.
Sì, questo è importante, per lo meno nel mio sistema. Io
mi limito a una presa relativamente modesta su ogni
singolo lavoro. Solo il contenuto del cassetto di un
singolo cassiere, ecco tutto, né più né meno. È veloce,
pulito, e non è troppo importante per le banche e le
loro compagnie di assicurazione. Un paio di centinaia di
dollari rubati? Anche un paio di migliaia?
Dimenticatelo, Charlie. Sono sciocchezze. Solo stai
attento questa sera a chiudere bene la cassaforte dove
c'è il grosso!
Capite ciò che intendo? Si può buttare una manciata di
ciottoli in uno stagno senza agitare molto l'acqua, ma
buttate un masso da due tonnellate e scatenerete
l'inferno.
Il mio sistema, che i piedipiatti chiamano un modus
operandi, era buono, lo ammetto. I giornali e la radio
locale da due anni mi chiamano Il Bandito Che Bisbiglia
e non fanno che incitare la polizia a far qualcosa per
catturarmi, finora senza risultato perché io continuo a
buttare ciottoli e a fare bottini piccoli e frequenti.
Per me vanno bene. Chi ha bisogno di un patrimonio? Io
no. Un paio di centinaia di biglietti al mese oltre alla
mia onesta paga mi consentono di avere tutti i Martini e
tutte le Sally Ann che desidero.
Adesso capite perché la falsificazione accennata dal
tenente Randall mi abbia risollevato. Capite anche come
mai ero calmo e per nulla preoccupato quando mi trovai
di fronte alla sua scrivania negli uffici della sede
centrale di polizia. Dal momento che la mia coscienza
era pulita, mi allungai sulla sedia e aspettai che lui
aprisse le danze.
Mi offrì una sigaretta. Rifiutai e lui se ne accese una
e si chinò per buttare il cerino nel cestino della carta
straccia. Poi disse: «Fa bene a collaborare in questo
modo, signor Carmichael. Mi creda, lo apprezzo molto ».
Mi strinsi nelle spalle. « Sto collaborando o sono in
arresto? Vuole accusarmi di qualche cosa, tenente? »
Sembrò veramente sconcertato. «In arresto? Accusarla di
qualche cosa? Lei mi ha frainteso, signor Carmichael. »
« Lei mi ha detto di voler parlare con me di una storia
di falsificazione, no?»
« Certo. » Buttò fuori il fumo. «E così farò. » Un colpo
di tosse. « Non sono abituato ad aspirare» mi informò.
«Per questa storia di contraffazione, ho ricevuto questa
sera una telefonata dalla Taverna Tasso. Mi hanno
riferito che al bar avevano pagato con una banconota
falsa per cui mi sono precipitato a controllare. Infatti
qualcuno aveva passato un biglietto di banca falso al
barista. »
« Peggio per Tasso» dissi. «Ma tutto questo cosa ha a
che fare con me? » Cominciavo a seccarmi di queste
stupidaggini. « Lei era là» rispose conciliante il
poliziotto. «Non è vero?
Seduto al bar con una donna? »
« Lo so. Ed è questo l'unico motivo per farmi sprecare
una serata? »
« Non sto facendole sprecare una serata. » Il tenente
aveva un tono offeso. «Le ho soltanto chiesto, con
gentilezza, se non le dispiaceva di venire in città con
me per una chiacchieratina e lei ha acconsentito subito.
È forse coercizione? O è i collaborazione volontaria? »
« Va bene, è collaborazione... ma anche uno spreco di
tempo. »
« Sono felice di aver chiarito.»
« Sciocchezze. Mi faccia una cortesia. Dato che sono qui
mi tiri fuori in fretta tutto quello che vuole sapere
perché questa è l'ultima collaborazione che otterrà da
me, e la prego di credermi. Non lo sapete che non potete
trattare degli onesti cittadini come se fossero dei
criminali? »
Randall sogghignò. « Le dirò una cosa, signor Carmichael.
Noi possiamo trattare gli onesti cittadini come meglio
ci piace. È il criminale che dobbiamo trattare con
estrema gentilezza e rispetto. E se non mi crede, lo
chieda alla Corte Suprema. » Spense la sigaretta e poi
mi guardò. « Il barista della Taverna Tasso mi ha detto
che è stato lei il cliente che ha passato la banconota
falsa. »
Questo mi sorprese. E anche mi turbò e pensai al mio
romanzo interrotto con Sally Ann. Ricordavo di aver
pagato le due consumazioni con un pezzo da cinquanta
vecchio - il ritratto del Presidente Grant era sbiadito
e sporco - e la banconota poteva essere venuta in mio
possesso soltanto in un modo.
«Io? » dissi incredulo a Randall.
Annuì. « Il barista ha detto che è stato l'unico pezzo
da cinquanta che gli è capitato tra le mani in tutta la
settimana. »
Capisco, ora, che avrei dovuto raccontare a Randall di
aver vinto quella banconota o alle corse, o ai dadi o in
qualche altro posto dove non si poteva controllare.
Invece commisi un grosso errore. Assunsi un'aria di
divertito sollievo e dissi: «Un pezzo da cinquanta!
Allora il barista si è proprio sbagliato su chi glielo
ha dato. Da dieci anni non vedo un pezzo da cinquanta,
figuriamoci se li spendo, tenente! ». Per convincerlo
gli passai un lembo di verità. « Faccio il secondo cuoco
in un ristorante notturno di Mac Dougal. Lavoro da
mezzanotte alle otto. Conosce forse tanti cuochi di
seconda categoria che vanno in giro a buttare dei pezzi
da cinquanta? »
« No, certo » mormorò Randall. «Eppure il barista
sembrava molto sicuro. »
«Questa sera forse non se lo sarebbe ricordato neppure
se glielo avesse dato sua nonna. Il bar era zeppo. L'ha
visto anche lei. C'erano tre file di persone al bar. Il
barista era troppo occupato per ricordarsi qualsiasi
cosa. »
Randall si strinse nelle spalle. « Può darsi » disse. «
Questo è il motivo per cui le ho chiesto di venire qui a
fare una chiacchierata.»
« Certo, tenente. Nessun risentimento, ora che mi ha
spiegato. Comunque, tanto per la cronaca, ho pagato le
nostre due consumazioni, la mia e quella di Sally Ann,
con un pezzo da cinque dollari e gli ho lasciato la metà
del resto come mancia» aggiunsi sfrontato. Contro di me
c'era solo la parola del barista. Lasciamo fuori da
questa storia Sally Ann. Quando beveva, non notava nulla
all'infuori della sua immagine riflessa nello specchio
del bar.
Randall abbassò le palpebre sui suoi occhi di gatto e
sospirò. Era la prima volta che lo vedevo sbattere gli
occhi. Il suo viso era completamente diverso con quegli
occhi gialli coperti. «Be', allora» disse infine «se non
è stato lei a passare quella banconota, forse potrà
darmi una mano, signor Carmichael. »
« Ci proverò. »
« Mi dica i nomi di tutti quelli che conosce che erano
al bar Tasso questa sera. Qualcuno ha speso quella
banconota falsa e io devo scoprire chi è. Se potesse
darmi un paio di nomi tanto per cominciare... » si
interruppe pieno di speranza.
Scossi il capo. « L'unica persona che conosco era quella
ragazza, Sally Ann, e non so nemmeno il suo cognome. Sa
come vanno queste cose. Uno entra in un bar per bere,
chiede a una bimba di fargli compagnia. Forse il barista
potrà aiutarla. »
Randali sospirò ancora. « Lo spero. »
Mi alzai. «Posso andarmene ora?»
Fece un gesto con la mano. «Certo. Ma la riaccompagno
io. È il minimo che possa fare.» Guardò l'orologio.
«Sarò pronto fra dieci minuti, se vuole attendere. »
Io non volevo attendere. Volevo andarmene via dagli
occhi gialli di Randall e da tutta la sua falsa cortesia
il più in fretta possibile e inoltre non avevo nessuna
voglia di ritornare alla Taverna Tasso. « Non si
preoccupi, grazie. Prenderò un taxi. »
«Come vuole» disse. Poi con un tono diverso aggiunse: «
Io conto molto su quella particolare banconota da
cinquanta dollari, signor Carmichael, lo sa? ».
« Contare » chiesi « e per cosa? »
«Per arrivare al Bandito Che Bisbiglia» disse Randall.
Mi irrigidii. Per un attimo ebbi la sensazione che se mi
fossi mosso sarei caduto a pezzi. « Il Bandito che
Bisbiglia? Cioè quel rapinatore di cui parlano sempre i
giornali? » Come era difficile parlare!
«Esatto» disse Randall. «Un ladruncolo che è stato
maledettamente fortunato per ben diciotto volte. »
Mi sedetti di nuovo, interessato. Senza far notare
l'offesa che aveva fatto nei miei confronti e nei
confronti del mio sistema chiesi con aria indifferente:
«Tenente, come può una banconotà falsa portarla dal
rapinatore? Mi pare che non abbia senso ».
« Infatti, può sembrare senza senso, considerando Io
schema che stiamo tentando ora... per disperazione,
direi. » Si bagnò le labbra, fissò lo sguardo in un
angolo del soffitto dove c'era una ragnatela. Aspettai
che continuasse sforzandomi di non apparire ansioso.
« È uno schema infantile » disse. « Veramente infantile.
Probabilmente non funzionerà. E come potrebbe? In primo
luogo è stato architettato da un dilettante, non da un
poliziotto. Un lettore ficcanaso ha mandato l'idea al
direttore dell'ultima banca che il bandito ha rapinato.
»
Mi sforzavo di stare calmo. Respiravo appena.
«Un'idea balorda» continuò Randall. «Ma io ho accettato
di tentare tanto per togliermi di mezzo i giornali. » Mi
lanciò uno sguardo incerto. «Dal momento che l'abbiamo
importunata, signor Carmichael, penso che abbia il
diritto di sapere di cosa si tratta, ammesso che le
interessi. »
«Mi interessa» dissi. « Tutti in città si interessano
del Bandito Che Bisbiglia. »
« A chi lo dice! Be', il fatto è che quella banconota
falsa al Tasso è una specie di trappola. »
Sentii brividi freddi alla nuca. Mi voltai per vedere se
la porta dell'ufficio era aperta. Non lo era.
« Una trappola? » ripetei.
Annui. « Lei deve sapere che ormai conosciamo il M.O.
del Bandito Che Bisbiglia molto bene. »
Che cos'è un M.O.? »ripetei.
«Modus operandi. Ad esempio, che il Bandito che
Bisbiglia parla sempre in un sussurro per alterare la
propria voce durante il colpo. Lavora sempre solo.
Cambia il suo aspetto ogni volta. Prende solo il
contenuto di un cassetto. Fa i suoi colpi durante l'ora
di mezzogiorno in piccole filiali isolate in uno schema
geografico suburbano che ora è ben definito, dopo
diciotto rapine. Cose di questo genere fanno parte del
suo modus operandi. Mi segue? »
«Sì, ma ancora non capisco il nesso, con la banconota
falsa. »
«Ci arrivo. Una volta saputo il modus operandi del
nostro Bandito, possiamo anche prevenirlo di poco, no?
Fare una ipotesi sulle banche che colpirà la volta
successiva, e, cosa ancora più importante, capire quale
cassiere si troverà di fronte alla sua Colt Woodsman. »
«Lei sta scherzando» dissi.
«Affatto. Anche questo fa parte del suo schema. In
genere è una cassiera che punta, mai un cassiere. Ed è
sempre la cassiera più carina della banca. »
Lo guardai con gli occhi sbarrati. Mi stava raccontando
cose, sul mio sistema, che io stesso non sapevo. «E come
mai la cassiera più carina? » chiesi affascinato.
Randall rise. «L'individuo probabilmente è uno psicotico
che si diverte a spaventare le belle ragazze con una
pistola. E chi lo sa? Ad ogni modo, questa è stata la
base per la trappola della banconota falsa. »
« La cassiera carina? »
«Quella e l'elenco delle banche che presumibilmente
avrebbe rapinato. Quindi abbiamo scelto le cassiere più
carine in ciascuna delle banche probabili, oppure la
cassiera che il Bandito Che Bisbiglia avrebbe giudicato
la più carina, in base alle sue precedenti selezioni.
Poi le abbiamo dato del denaro da tenere nel cassetto
sempre, ma separato dal denaro ordinario. C'erano alcuni
pezzi da dieci reali e anche da venti, con due pezzi da
cinquanta falsi che ci siamo fatti prestare dal Tesoro.
Denaro usato, capisce, non legato insieme ma sparso nel
cassetto che però doveva essere toccato soltanto nel
caso fosse comparso il nostro amico. Inoltre abbiamo
stabilito con ciascuna di quelle cassiere che se il
bandito fosse comparso al loro sportello verso
mezzogiorno, avrebbero dovuto dargli tutto il denaro che
si trovava nel cassetto e senza discutere, soprattutto
se nel mucchietto c'erano i due pezzi falsi. Comincia a
capire la trama, signor Carmichael? »
« Certo » dissi con la gola secca. « Poi suppongo che
abbiate sparso la voce che in città circolavano due
pezzi da cinquanta falsi e avete avvertito i negozi, i
bar e tutto quanto. Esatto? »
« Esatto. »
« Bene » riuscii a sorridere. « Per questo il barista
del Tasso si è precipitato a chiamarla. »
« Già. Quella banconota ha fatto suonare il segnale di
allarme. Ho creduto di avere finalmente tra le mani il
Bandito Che Bisbiglia, perché nel bottino che si è fatto
due settimane fa nella filiale della National Bank a
South Side c'erano due pezzi da cinquanta falsi e questo
era uno di quelli. Su questo non c'è dubbio. »
Mi sentivo male. Due pezzi da cinquanta falsi. L'altro
era ancora sotto il materasso nella mia stanza nello
squallido albergo dove vivevo. Devo uscire di qui,
pensai in preda al panico. Devo tornare subito a casa a
bruciare quella banconota, devo lasciare la città...
Il telefono di Randall squillò. Sollevò il ricevitore e
si mise jn ascolto. Ogni tanto annuiva. Quando
riagganciò disse:
«La telefonata riguardava lei, signor Carmichael ».
« Me? » dissi.
«Un paio dei miei ragazzi hanno fatto una visita nella
sua camera» il tenente aveva un tono quasi di scusa. «E
temo che il barista del Tasso non si sia sbagliato,
signor Carmichael! »
Parole di condanna! Dette con distacco, ma terribili
comunque. La mia voce assunse note acute. « Visitare la
mia stanza! » gridai.
Randall sollevò una mano. «Tutto in ordine» disse.
« Hanno un mandato di perquisizione. Anzi, il mandato
era pronto da mesi, mancava solo il suo nome. » Tossì. «
Il nome ce lo ha detto il barista del Tasso quando ha
telefonato per riferire della banconota falsa. Sapeva il
suo nome, pare, perché qualcuno una volta l'ha chiamata
al telefono al Tasso, e quando il barista ha chiesto se
nel locale c'era qualcuno di nome Andrew Carmichael, lei
ha risposto alla chiamata. Lo ricorda questo? »
Troppo bene. La sensazione di freddo sulla nuca stava
scendendo lungo la schiena. Cercai di pensare.
Randall non mi diede tempo. Continuò: « Una volta avuto
il suo nome, ci abbiamo messo cinque minuti a scoprire
dove abita, riempire lo spazio vuoto sul mandato e
mandare i ragazzi al suo albergo. Poi sono arrivato al
Tasso ».
«Lei mi ha detto che non ero in arresto» la mia voce era
stridula. « Lei mi ha detto che non ero accusato di
nulla! » « Non lo era infatti, ma lo è ora! »
Feci del mio meglio. « Lei mi ha portato qui con un
falso pretesto, tenente. Mi ha interrogato senza che il
mio avvocato fosse presente né mi ha informato dei miei
diritti. Mi ha privato dei diritti costitu... »
Randall chiuse gli occhi. «Non ho fatto nulla di tutto
questo. »
« Invece sì. Mi ha interrogato. Mi ha accusato, anche se
non direttamente, di essere Il Bandito Che Bisbiglia. Ha
tentato di farmi cadere in confessione. »
«Oh, no! » Aprì un cassetto della scrivania e prese un
nastro da registratore. « Penso che questo nastro
confermerà che gran parte dell'interrogatorio è stato
fatto da lei, e che la maggior parte della confessione,
ammesso che ce ne sia una, è stata fatta da me quando le
ho raccontato della trappola tesa al bandito. »
Lo accusai ancora. « Lei mi ha tenuto qui
deliberatamente mentre i suoi uomini frugavano la mia
stanza! »
« Lo ammetto » disse dolce come lo zucchero. « E non le
interessa sapere quello che hanno trovato? » Non risposi
e lui proseguì. « Allora glielo dirò io: "Primo: una
banconota da cinquanta dollari falsa mescolata a denaro
buono, nascosta sotto il materasso e con numeri di serie
che la identificano come una delle due banconote false
rubate due settimane fa alla filiale di South Side della
National Bank. Secondo: tre paia di lenti a contatto di
vario colore. Terzo: tre parrucche, tre serie di ciglia
false, due serie di baffi e barbe falsi dì diverse
tonalità. Quarto: una Colt Woodsman. Quinto: una
raccolta completa di giornali locali che parlano degli
exploit del Bandito Che Bisbiglia e che risalgono a due
anni fa. » Mi guardò malinconico e fece schioccare la
lingua. « Devo continuare, signor Carmichael? »
Lentamente scossi il capo.
«Ora può cercarsi l'avvocato» disse Randall. «Ora noi
l'accusiamo di rapina multipla a mano armata. Ora la
Corte Suprema si fa avanti per assicurarle un
trattamento amorevole. Perché, ora, signor Carmichael, è
certo che lei passerà un po' di tempo al fresco, in
qualità di Bandito Che Bisbiglia. »
Non lo dubitavo. « Molto abile, tenente » dissi. « Molto
intelligente. Ammetto che mi ha giocato. »
«L'idea non è mia.» Aprì il cassetto di mezzo della
scrivania. « Ho qui la lettera originale che ci ha
suggerito l'idea. » Tolse un foglio di carta. «Eccola.
Vuole vederla?»
Me la porse. Automaticamente la presi e lessi le poche
righe scarabocchiate a matita.
Caro Signor Presidente della Banca:
Io conosco un sistema per far cadere Il Bandito Che
Bisbiglia. Quando rapina la sua banca, gli dia denaro
falso e non denaro vero. Grazie.
Richard Stevenson, anni 9
Ributtai la lettera sulla scrivania di Randall. Mi
guardò e la sua espressione era difficile da capire. «Il
presidente della banca ha aperto un conto di cinque
dollari nella sua banca per il piccolo Richard Stevenson»
disse. «Non è stato carino? »
«Grande! » dissi. Poi cominciai a ridere.
Non mi biasimate se odio i bambini?
(James Holding, Odio i bambini in Sei piccole bare,
Mondadori, Milano, 1974) |