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LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti > l'uso delle fonti

Patrizia Vayola, Il cinema come fonte per la didattica della storia contemporanea

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I MEDIA COME FONTI PER LA STORIA

E’ evidente che in una simile logica la centralità della pratica didattica appartenga alle fonti e, conseguentemente, alle loro metodologie di indagine. Se per lo studio della storia antica, medievale e moderna questo comporta il confronto con una relativa scarsità e con modalità consolidate di indagine, ciò non è più vero a partire dall’Ottocento e poi, soprattutto, con l’ingresso, nel Novecento, di nuovi media che hanno elaborato, nel corso della loro pur breve vita, linguaggi e modalità di trasmissione della comunicazione originali ed autonome.
E' impossibile fare la storia dell’ultimo secolo senza tener presente questa, via via sempre più fitta e complessa, mole di materiali da indagare.
L'eterogeneità delle nuove fonti pone molti problemi allo storico, sia perché complica la selezione dei materiali significativi per la sua ricerca sia perché lo costringe a confrontarsi con l'elaborazione di nuovi procedimenti di critica.
Non bastano cioè le verifiche relative all'autenticità e all'esattezza che si utilizzano come parametri per l'esame classico delle fonti ma è necessario, per il film, sia di fiction sia documentario (come anche per la fotografia o per la costruzione di un sito internet), indagare sulle strategie di manipolazione, sulle finalità dell'emissione e sull'evoluzione dei generi dal punto di vista comunicativo che diventano problemi ben più pressanti di quelli analoghi che potevano essere posti da una qualsiasi fonte di epoca precedente.
Bisognerà tener presente, inoltre, l'enorme diffusione della comunicazione audiovisiva, sia essa cinematografica o televisiva: tale fenomeno, infatti, fa sì che queste fonti, molto più potentemente rispetto alle quelle classiche indagate dalla storiografia, non solo producano conoscenza (mettendo in immagine e commentando luoghi ed eventi del presente come del passato) ma anche contribuiscano alla costruzione tanto della memoria di un epoca (ci sono eventi del nostro passato recente che si presentano al nostro ricordo prima di tutto come immagini) quanto dell'immaginario collettivo (la pubblicità, ad esempio, ma anche molti film di successo).
In relazione al problema della selezione, invece, risulterà fondamentale affinare strategie che consentano l'individuazione di tratti distintivi delle diverse fonti che siano realmente funzionali alle domande che lo storico si pone e che gli consentano di acquisire informazioni davvero significative per la sua ricerca. Il che non vuol dire che le fonti stesse debbano realmente riguardare il tema oggetto di studio giacché esse, aggiungendo l'elemento visivo, permettono indagini anche sui messaggi inconsapevoli che se ne possono trarre e non solo sulle intenzioni comunicative volontarie degli emittenti.
Proprio quest'ultimo punto riguarda da vicino il tipo di proposta di lavoro didattico sul film: esso infatti sarà utilizzato come materiale da cui reperire informazioni non tanto per la storia che racconta quanto per la realtà che mette in scena.

 


 

 

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