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I MEDIA COME FONTI PER LA
STORIA
E’ evidente che in una
simile logica la centralità della pratica didattica appartenga alle fonti
e, conseguentemente, alle loro metodologie di indagine. Se per lo studio
della storia antica, medievale e moderna questo comporta il confronto con
una relativa scarsità e con modalità consolidate di indagine, ciò non è
più vero a partire dall’Ottocento e poi, soprattutto, con l’ingresso,
nel Novecento, di nuovi media che hanno elaborato, nel corso della loro pur
breve vita, linguaggi e modalità di trasmissione della comunicazione
originali ed autonome.
E' impossibile fare la storia dell’ultimo secolo senza tener presente
questa, via via sempre più fitta e complessa, mole di materiali da
indagare.
L'eterogeneità delle nuove fonti pone molti problemi allo storico, sia
perché complica la selezione dei materiali significativi per la sua
ricerca sia perché lo costringe a confrontarsi con l'elaborazione di nuovi
procedimenti di critica.
Non bastano cioè le verifiche relative all'autenticità e all'esattezza
che si utilizzano come parametri per l'esame classico delle fonti ma è
necessario, per il film, sia di fiction sia documentario (come anche per la
fotografia o per la costruzione di un sito internet), indagare sulle
strategie di manipolazione, sulle finalità dell'emissione e
sull'evoluzione dei generi dal punto di vista comunicativo che diventano
problemi ben più pressanti di quelli analoghi che potevano essere posti da
una qualsiasi fonte di epoca precedente.
Bisognerà tener presente, inoltre, l'enorme diffusione della comunicazione
audiovisiva, sia essa cinematografica o televisiva: tale fenomeno, infatti,
fa sì che queste fonti, molto più potentemente rispetto alle quelle
classiche indagate dalla storiografia, non solo producano conoscenza
(mettendo in immagine e commentando luoghi ed eventi del presente come del
passato) ma anche contribuiscano alla costruzione tanto della memoria di un
epoca (ci sono eventi del nostro passato recente che si presentano al
nostro ricordo prima di tutto come immagini) quanto dell'immaginario
collettivo (la pubblicità, ad esempio, ma anche molti film di successo).
In relazione al problema della selezione, invece, risulterà fondamentale
affinare strategie che consentano l'individuazione di tratti distintivi
delle diverse fonti che siano realmente funzionali alle domande che lo
storico si pone e che gli consentano di acquisire informazioni davvero
significative per la sua ricerca. Il che non vuol dire che le fonti stesse
debbano realmente riguardare il tema oggetto di studio giacché esse,
aggiungendo l'elemento visivo, permettono indagini anche sui messaggi
inconsapevoli che se ne possono trarre e non solo sulle intenzioni
comunicative volontarie degli emittenti.
Proprio quest'ultimo punto riguarda da vicino il tipo di proposta di lavoro
didattico sul film: esso infatti sarà utilizzato come materiale da cui
reperire informazioni non tanto per la storia che racconta quanto per la
realtà che mette in scena.
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