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TESTO
NARRATIVO E STORIA DELLE MENTALITA'
Il testo narrativo, infatti, essendo una rappresentazione altamente
soggettiva della realtà, può essere considerato fonte storica valida a
tutti gli effetti solo da coloro che vedono nella letteratura una vera
“mimesi” della realtà. C'è poi chi cerca nel testo narrativo il
“dettaglio involontariamente rivelatore” utile per la storia sociale e
per la storia delle mentalità, mentre l'atteggiamento più diffuso
consiste nel considerarlo utile solo come fonte per la storia delle
mentalità, definibile come una sorta di “antropologia storica” ,
in cui sono state superate le barriere tra storia, sociologia ed etnologia.
Questa sorta di approccio alla ricerca storica ha riscosso un certo
successo, in quanto, come dice Topolski, “…E' sempre più accentuata
l'esigenza, da parte degli storici, a sapere sempre di più sulle
trasformazioni nella cultura, nei comportamenti, motivazioni e
atteggiamenti , nelle coscienze, nei valori caratteristici per individui,
per i gruppi umani delle svariate epoche e territori”.
La possibilità di trattare la letteratura come riflesso di processi
storici definiti ci introduce al centro stesso delle tendenze più moderne
della storia sociale. Tali tendenze rappresentano l'aspirazione a giungere
al cuore dei processi storici, ad andare, per quanto possibile, oltre la
sfera degli avvenimenti.
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