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LABORATORIO DI LETTURA > lavorare in laboratorio > curricolo per il piacere della lettura |
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La
trasversalità della lettura 1.1
Occorre innanzitutto osservare che la lettura è da considerarsi nella
scuola una attività trasversale rispetto alle varie discipline. Come
sostiene la Zannoner (vedi BIBL.), la lettura è un sapere complesso e il
lavoro scolastico deve essere volto a “fondare una competenza che si
costruisce sulla base di molte dimensioni: a) cognitiva (saper leggere); b)
operativa (applicare il saper leggere); c) fondata sul sapere acquisito (la
produzione di testi); d) attitudinale e comportamentale (abitudine al
leggere)”. Riteniamo che proprio quest’ultimo elemento, attitudinale
e comportamentale possa diventare la chiave decisiva per consolidare o
potenziare la competenza. E’ dunque necessario un lavoro di approccio al
libro, di attrazione alla lettura. 1.2
A tale scopo occorre realizzare una didattica fondata sui libri, su
molti libri e non esclusivamente sul manuale. E’ indispensabile che, nel
corso delle attività didattiche, si preveda di utilizzare biblioteche
scolastiche, biblioteche civiche, risorse on line, ecc… 1.3
In passato alla parola “lettura” è stato dato un significato
riduttivo, per ragioni storiche e culturali. Come ci spiega Chauveau (vedi
BIBL.), fino alla metà del XIX secolo vige la lettura-catechizzazione:
leggere significa pronunciare lettere, sillabe, frasi; il significato non
conta, tanto le preghiere sono in latino; l’insegnamento della scrittura è
assente. Nei programmi scolastici di fine Ottocento è invece presente la lettura-preparazione
della scolarità elementare, nella quale la lettura è considerata come
uno strumento, un elemento meccanico, una attività pre-intellettuale. Oggi
invece il senso prevalente è lettura-formazione di futuri studenti.
Tale definizione è legata alla democratizzazione del sistema scolastico:
lettura non vuol dire più trattare delle informazioni scritte, acquisire i
meccanismi di legare e di decifrare, ma diventa centro dell’apprendimento, intorno a cui ruotano tutte le
discipline, diventa strumento di lavoro e di ricerca, per preparare studenti
che vivranno in mezzo ai libri e agli testi scritti. Pensiamo che questa
concezione teorica non abbia ancora terminato di influire sulla pratica
didattica delle nostre scuole, talora legate alla ripetizione di vecchi
modelli. 1.4
Occorre quindi creare negli studenti la curiosità del libro,
incentivare e consolidare il gusto della lettura, di libri di narrativa e non
solo. I Programmi scolastici sono molto chiari a proposito. I “Nuovi
Orientamenti per la scuola dell’infanzia” (1991) suggeriscono che
“l’interazione fra lingua orale e scritta può continuare a svilupparsi in
modo non casuale attraverso la familiarizzazione con i libri, la lettura
dell’adulto, la conversazione e la formulazione di ipotesi sui contenuti dei
testi letti”. Alla scuola dell’infanzia viene affidato il momento iniziale
della concettualizzazione della lingua scritta, che “è sostenuto
dall’immersione in un ambiente ricco di fonti d’informazione e di
immagini, capace di stimolare anche la curiosità per la lingua ed i modi di
scriverla”. I “Programmi didattici per la scuola primaria (1985)
parlano di lettura ad alta voce da parte dell’insegnante, che eseguirà
oralmente “la lettura di brani di diverso tipo (non solo racconti, poesie,
brani letterari, ma anche brevi notizie tratte dai giornali, lettere,
ecc…”. Si dà una definizione di lettura: “leggere è sostanzialmente un
processo di ricerca, comprensione e interpretazione del significato del
testo”. Si prevede di favorire “l’accesso alla biblioteca (che va quindi
attrezzata a questo scopo) […] e che l’insegnante riservi alla lettura
personale tempi adeguati nell’arco della settimana”. I “Programmi
della scuola media inferiore” (1979) affermano che “la lettura in
classe non può considerarsi sufficiente e l’insegnante perciò favorirà in
tutti i modi la lettura personale e l’incoraggiamento a leggere indirizzando
all’uso della biblioteca di classe, ove esistente, e della scuola, e delle
biblioteche pubbliche: tutto ciò perché il leggere è essenziale strumento
educativo di accesso al patrimonio culturale e naturale fattore di autocultura”.
Infine il “Piano per la promozione della lettura” (circolare
105/95) afferma senza mezzi termini che “l’educazione alla lettura non
è vista come obiettivo dell’educazione linguistica, ma deve
divenire momento trasversale a tutte le discipline attraverso
l’incentivazione della motivazione a un leggere che coinvolga i processi
cognitivi e quelli affettivo-emotivi”. 1.5
Un concetto molto fecondo che negli ultimi dieci anni ha caratterizzato
il dibattito culturale su questo tema dentro la scuola e fuori è il concetto
di “piacere della lettura”. Si è parlato della “lettura
sensuale” di Ermanno Detti, della “lettura corporale” di Peter Bichsel,
del “bovarismo” di Pennac (equivale a soddisfazione immediata ed esclusiva
delle nostre sensazioni). “Sull’esigenza che bambini e ragazzi si
appassionino alla lettura siamo tutti d’accordo. Diversa è invece la
valutazione dei mezzi per raggiungere tale scopo”, dice Roberto Denti (vedi
BIB.). Anche secondo lui l’elemento essenziale è costituito dalla “libertà
di lettura”. La dimensione del leggere messa in luce da questi concetti è
irrinunciabile nella scuola di oggi. L’esperienza emotiva e fantastica del
lettore deve essere ricercata e rispettata. Senza questo tipo di fascinazione
il libro rischia di essere grigio, tecnico, inutile, totalmente estraneo alla
sfera del gioco e dell’immaginazione. 1.6
A questo proposito ricordiamo ancora gli errori tipici fatti
dagli adulti, così come ce li presentava già molti anni fa Rodari: a)
presentare il libro come alternativa alla tv; b) presentare il libro come
alternativa al fumetto; c) dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta
leggevano di più; d) ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni; e)
dare la colpa ai bambini se non amano la lettura; f) trasformare il libro in
uno strumento di tortura; g) rifiutarsi di leggere al bambino; h) non offrire
una scelta sufficiente; i) ordinare di leggere. L’attualità di queste
osservazioni ci sembra intatta, continua ad esserci molto moralismo sul libro
e sulla lettura; al repertorio di errori oggi potremmo aggiungere il confronto
con i videogiochi e Internet. Anche il famoso decalogo di Pennac (vedi
BIB.), che stabilisce i diritti del lettore, va ancora ricordato, perché è
antitetico rispetto ad una pratica scolastica della lettura fondata
sull’esercizio. |
Proposte
Esperienze Esperienze dalla scuola per l’infanzia (scuola materna “C.so Alba” e “S. Caterina”) Esperienze
dalla scuola elementare, primo ciclo (dalla D.D. Nizza Monferrato) Esperienze dalla scuola elementare, secondo ciclo (dalla D.D. Sesto circolo) Esperienze dalla scuola media (sc. M. Jona) Esperienze
da biblioteca scolastica di rete Bibliolab (attività per scuola materna,
scuola elementare, scuola media) |
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