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Il
piacere della lettura 2.1
Tenendoci saldi a questo punto di partenza, vorremmo tentare di allargare
il concetto di piacere prima citato: non
esiste forse un piacere di entrare in un testo scoprendone la
struttura, gli stratagemmi costruttivi, oppure non esiste un piacere puro e
semplice della ricerca, la soddisfazione di avere individuato
un’informazione, di avere risposto ad una domanda che ci si era posti? Il
piacere estetico e la lettura sensuale sono essenziali, ma forse occorre anche
sondare altri campi, nel quale cognitivo ed emotivo possono andare a
braccetto. Sicuramente quel che dobbiamo ricercare nella scuola è un sempre
difficile e precario equilibrio tra la necessità di costruire competenze e
strumenti e quella di puntare in modo consapevole e sistematico sul
benessere, sullo star bene degli studenti. In quest’ottica più ampia
si può pensare a tre diverse modalità di piacere da perseguire
nella scuola che vuole formare alla lettura. 2.2
Eccone una breve sintesi: a)
Il piacere di raccontare, sentirsi raccontare storie. E’
quello classico della “lettura sensuale”, è un piacere antico come il
mondo, oggi forse soddisfatto soprattutto dalle storie televisive. La scuola
in questo senso deve fare un gran lavoro di recupero per dare un valore
centrale al lettore-studente come attore e protagonista del processo di
lettura. Si tratta di un punto d’arrivo emotivo straordinario per un giovane
studente: entrare in comunicazione con l’autore, ma anche confrontarsi col
proprio pensiero, dialogare con se stesso e col mondo. b)
Il
piacere di apprendere meccanismi costruttivi del testo. E’ lo spazio
in cui costruire una didattica
del testo. Perché lasciarla alla noia e alla ripetitività? E’ evidente la
necessità di costruire lettori “fascinati”, ma anche lettori
“adulti”, più maturi. Si riesce a salvare il benessere se si collega
questa sfera soprattutto ad attività produttive, di scrittura creativa
(racconti, giochi di parole, poesie) e se si decide di ricorrere al supporto
di altre forme espressive quali
la musica e la drammatizzazione. c)
Il
piacere “euristico”, il piacere di far ricerca, di risolvere un
problema vero, di diventare abile nel trovare informazioni su libri e non solo
(anche repertori, data base, grafici, risorse on line). Qui ci si riferisce
alla dimensione del leggere in quanto acquisizione di conoscenze, costruzione
di significati, soddisfazione di curiosità. L’obiettivo in questa
dimensione è quello di sviluppare abilità e strategie di uso competente
dell’informazione. Si può perseguire facendo leva sul piacere naturale
della ricerca autodiretta. Se ne gioverà l’alfabetizzazione globale dello
studente, oggi da intendersi in modo molto più ampio rispetto al passato,
anche per fronteggiare situazioni che molti analisti presentano in modo
allarmante (analfabetismi che si riferiscono anche a fasce sociali
scolarizzate). |
Proposte
Esperienze Esperienze dalla scuola per l’infanzia (scuola materna “C.so Alba” e “S. Caterina”) Esperienze
dalla scuola elementare, primo ciclo (dalla D.D. Nizza Monferrato) Esperienze dalla scuola elementare, secondo ciclo (dalla D.D. Sesto circolo) |
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