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storia delle donne: l'ingresso nella cittadinanza

  di Agnese Argenta

TAPPA 5: DIRITTO DI FAMIGLIA CONFRONTO TRA IL NUOVO E IL VECCHIO STORICIZZAZIONE LA NOVITA’ DELLA COSTITUZIONE.

Individualmente sono esaminati due documenti. Nel primo vi sono gli articoli del Codice civile (reperito dagli studenti) riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi che essi sono tenuti a rispettare (allegato 14) e il secondo è il confronto tra gli stessi articoli e gli articoli del vecchio Diritto di famiglia (allegato 15) in vigore fino al 1975.

Messe in evidenza, nella successiva discussione, le grosse differenze, si precisano inoltre altri punti qualificanti del nuovo Diritto di famiglia: comunione dei beni, abolizione dell’istituzione della dote, abrogazione della separazione per colpa, ecc. facendo presente che il principio fondamentale della perfetta uguaglianza morale e giuridica dei coniugi era già stato enunciato nell’articolo 29 della Costituzione.

Il discorso sui principi enunciati nella Costituzione e la loro effettiva attuazione sarà ripreso più tardi.
Si storicizza l’origine del vecchio Codice civile.
 

Sono posti all’attenzione degli studenti alcuni articoli del Codice civile del Regno d’Italia, registrato alla Corte dei conti il 30 giugno 1865. (allegato 16)

Dopo aver ricordato che questo codice deriva da quello napoleonico, si focalizzano due aspetti: la immutabilità della disposizione cardine “ Il marito è capo della famiglia……..”e la posizione nettamente inferiore delle donne a quella dell’uomo non potendo esse neppure disporre dei propri beni o del salario, se lavoravano, o stipulare un contratto o far parte di associazioni senza l’autorizzazione del marito; quella che in termine giuridico è chiamata autorizzazione maritale.

In coda al documento fornito, sono sintetizzate alcune osservazioni scaturite dalla discussione.

Due articoli di due successive leggi, sempre fornite individualmente agli studenti, testimoniano come le donne ottengano, in età liberale, alcuni diritti civili, come quello di poter testimoniare (allegato 17) o di essere elettrici ed eleggibili nelle istituzioni di beneficenza (allegato 18), sempre però, subordinate all’autorizzazione maritale.

Finalmente nel 1919 una legge abolisce l’autorizzazione maritale, ammette le donne al pubblico impiego tranne che in magistratura e nell’attività militare (allegato 19).

Sono negati ancora i diritti politici.

A conclusione dell’iter legislativo sono fornite alcune notizie sulla battaglie per il voto femminile fino all’avvento del fascismo. (allegato 20)

 Un breve sguardo alla tabella (allegato 21) permette di visualizzare le disparità di condizioni giuridiche attribuite alle donne nel XX secolo, tanto in Europa che nell’America del nord.

Eterogeneità di diritti la quale lascia trasparire una marcata differenza tra i paesi che sono sotto l’influenza del Codice napoleonico, molto inegualitari ancora dopo la seconda guerra mondiale, e paesi di diritto germanico, molto più precocemente liberali.

Del fascismo si è già detto. Le novità più significative sono introdotte in Italia con la Costituzione.

E’ richiesto ai ragazzi di consultare la Costituzione e di estrapolare gli articoli che sanciscono la parità tra uomini e donne.

Si sintetizzano i dati fin ora raccolti e si inseriscono sulla striscia del tempo.