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IL MANUALE

 Vediamo ora questo paragrafo tratto da un libro di testo per le scuole medie (Progetto storia di Riccardo Neri, edito dalla Nuova Italia, Firenze, 1994).

 3. I santi e le reliquie

Nel Medioevo divenne molto importante il culto di Maria (fig.2)1 e dei santi, cioè di quei cristiani che si erano meritati il paradiso con le loro opere e spesso con il martirio, cioè soffrendo e morendo in nome della religione cristiana. Per molti fedeli il Dio cristiano era troppo lontano dalla loro esperienza, perciò essi preferivano rivolgersi ai santi che sentivano più vicini, perché erano stati uomini. In ogni paese o regione era particolarmente venerato un santo, di cui si narravano leggende e miracoli. Nelle chiese che conservavano una reliquia, cioè un resto del corpo di un santo (un pezzo d'osso, alcuni capelli o altro), venivano a pregare molti fedeli, anche da lontano, convinti che il santo avrebbe fatto un miracolo, concedendo loro la grazia (cioè l'aiuto) che erano venuti a chiedere.
Didascalia: La natività in una pala d'altare catalana del 1200 circa.

Indipendentemente da un giudizio sui contenuti e sulle spiegazioni fornite da questo testo, proviamo a guardare alla sua forma: abbiamo alcune parole, contrassegnate dal neretto, tutte seguite da una spiegazione introdotta ogni volta da un "cioè". Si tratta infatti di un testo che, come tutti i manuali, si preoccupa di mediare tra la conoscenza che intende trasmettere e le conoscenze che l'autore presuppone i suoi lettori abbiano. Negli esempi che abbiamo visto, l'insegnante ripropone ai suoi alunni il medesimo tipo di legame, richiedendo che venga riprodotto nelle due direzioni: dal concetto (l'agorà) al suo significato o, più spesso, dal significato al termine adeguato (come si dice?).
Inoltre, come tutti i manuali, questo testo è generico, si propone di fornire informazioni generali: sia il tempo al quale ci si riferisce - nel Medioevo - sia i soggetti dell'azione - i cristiani, i molti fedeli - indicano entità molto ampie e poco contestualizzate. Le azioni sono per lo più espresse con l'impersonale (il culto di Maria divenne molto importante, si narravano leggende e miracoli). Il grado di generalità delle conoscenze è uno dei problemi più rilevanti nel lavoro di ricostruzione storica. Ed è uno dei problemi che i ragazzi devono affrontare quando sono impegnati in attività di laboratorio storico, quando cioè hanno a che fare con situazioni e casi specifici e ci si trova a dover stabilire quanto questa fonte o questa testimonianza è generalizzabile e fino a che punto sia estendibile.
Ma un altro aspetto importante è costituito dal grado di coinvolgimento e di neutralità che differenti tipi di testi storici assumono. Nel paragrafo che stiamo esaminando l'uso frequente dell'impersonale ha anche l'effetto di annullare la voce dell'autore del testo. E' come se qui non vi fosse un autore e le informazioni fornite derivassero da una conoscenza comune: si dice, sappiamo che le cose stanno così. L'unico punto in cui si può intravedere una presa di distanza dell'autore è quando dice: "erano convinti che il santo avrebbe fatto un miracolo". Qui forse possiamo percepire che l'autore non condivide questa convinzione, però è solo accennato e si dovrebbe fare un lavoro di fino su questo punto.


 
 
 

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