Fra
tutti i vini il più famoso era il Falerno che si produce ancora
oggi nei pressi da Sessa Aurunca, Mondragone, Massico e altre
località tra il Lazio e la provincia di Caserta.Ne esiste di rosso,
bianco e rosato.Al tempo dei Romani era soltanto rosso e veniva
descritto come forte e durevole e, se giovane, talmente aspro da non
poterlo bere.Piaceva solo dopo anni e anni di invecchiamento.
Orazio
lo chiamava vino di fuoco e Persio lo definiva indomito.Si
pretendeva che il suo periodo di invecchiamento andasse dai 10 ai 20
anni.
Orazio
parla di un Falerno, prodotto nelle sue vigne che aveva come lui 33
anni.Cicerone invece diceva che un invecchiamento eccessivo rendeva
il Falerno imbevibile.Secondo molti studiosi il Falerno doveva
assomigliare, tra i vini che oggi beviamo non tanto all'attuale
omonimo rosso quanto allo sherry ed era di un colore paglierino
scuro. Se ne trovavano di due tipi: quello secco e quello semidolce.
Quest'ultimo
lo si otteneva praticamente per caso a seconda dell'andamento
stagionale.Se nel periodo della vendemmia il vento soffiava
costantemente da sud, le uve si "asciugavano" di più e la
loro concentrazione zuccherina aumentava.