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Orazio
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La cena di
Nasidieno
'Ti
sei divertito alla cena di Nasidieno, quel riccone? Ieri ti
cercavo per invitarti e m'hanno detto ch'eri là a bere sin dal
mezzogiorno
.'
Tanto, come mai meglio in vita mia.
'Racconta,
se non ti dispiace, con quali piatti avete cominciato a mitigare
i morsi della fame
'
Come antipasto, cinghiale lucano: era stato cacciato al levarsi
dello scirocco, cosí diceva il padrone di casa; a far da
contorno ravanelli piccanti, lattuga, radici, cose da stuzzicare
lo stomaco svogliato, raperonzoli, salsa di pesce e feccia del
vino di Coo. Sparecchiata questa portata, un valletto in veste
succinta deterse con uno straccio di porpora il piano d'acero
della mensa e un altro raccolse tutti i rifiuti che, caduti a
terra, avrebbero potuto disgustare gli ospiti; ed ecco avanzare,
come una vergine ateniese che reca in processione i simboli di
Cerere, il moro Idaspe con il Cecubo e Alcone con il Chio privo
d'acqua marina.
E
qui l'anfitrione: 'Mecenate, se tu preferisci a questi che sono
in tavola l'Albano o il Falerno, li abbiamo tutti e due'.
'Ricchezze
da nulla! Ma in compagnia di chi, Fundanio, te la sei passata
così bene? non vedo l'ora di saperlo.'
"Io
ero il primo e accanto a me Visco di Turi, seguito da Vario, se
ben ricordo. Poi Servilio Balatrone e Vibidio, due tizi che
Mecenate aveva portato con sé. A sinistra del padrone era
Nomentano e a destra Porcio, che per farci ridere era capace
d'ingoiare in un boccone focacce intere. Nomentano aveva
l'incarico, se qualcosa passava inosservato, di segnalarcelo con
l'indice: gli altri profani, noi, intendo, mangiavamo uccelli,
frutti di mare, pesci, che nascondevano un gusto diverso da
quello consueto, come apparve subito chiaro, quando mi furono
serviti filetti di rombo e di pesce passero di un sapore per me
inusitato. Dopo di che m'insegnò che la mela nana è più rossa
se la cogli a luna calante: in cosa consista la differenza è
meglio che te lo spieghi lui stesso.
Allora
Vibidio si volge a Balatrone: 'Qui se non si beve a rotta di
collo, si muore invendicati', e chiede calici più grandi.
Pallido
trascolora il volto del nostro anfitrione, che non temeva niente
più dei forti bevitori, forse perché hanno la lingua troppo
sciolta o perché i vini generosi spengono la sensibilità del
palato.
Ma
Vibidio e Balatrone vuotano intere anfore nei bicchieri di
Allife, imitati da tutti; solo i convitati dell'ultimo
divano non recarono danno alle bottiglie. Viene allora
servita, lunga distesa nel piatto, una murena, guarnita di
gamberetti in umido.
E
subito l'anfitrione: 'È stata presa gravida, perché una
volta deposte le uova, la sua carne sarebbe peggiorata.
L'intingolo è composto di questi ingredienti: olio di
Venafro, quello di prima spremitura; salsa di pesci marinati
dell'Iberia; vino di cinque anni, ma nostrano e versato
durante la cottura (a cottura finita, invece, il piú
indicato di tutti è quello di Chio); pepe bianco e un poco
d'aceto, fermentato dal vino di Metimna. Per primo ho
suggerito di cuocervi dentro la ruchetta verde e l'èmula
amara; Curtillo vi aggiunge anche i ricci, ma non lavati,
perché la schiuma che sprigionano i frutti di mare è
meglio della salamoia'.
Sul
più bello il baldacchino appeso al soffitto rovinò
pesantemente sul piatto, trascinando tanta polvere nera,
quanta non ne solleva l'aquilone nella pianura di Campania.
Noi, che avevamo temuto di peggio, visto che non c'era
pericolo, ci solleviamo; Rufo invece piangeva a capo chino,
come se gli fosse morto un figlio anzitempo.
E
chissà quando l'avrebbe finita, se quel filosofo di
Nomentano non avesse confortato l'amico: 'Ahimè, Fortuna,
quale dio è con noi più crudele di te? Come sempre godi a
prenderti gioco delle vicende umane!'
Vario
a stento riusciva a soffocare nel tovagliolo le sue risa.
E
Balatrone, che pone in ridicolo ogni cosa: 'Vedi com'è la
vita: non avviene mai che alla fatica tua corrisponda pari
successo. Tu, per accogliermi come un signore, ti scervelli,
dividendoti tra mille pensieri, che il pane non sia
bruciato, che in tavola non sia portata una salsa malfatta,
che gli schiavi addetti al servizio siano vestiti e
pettinati a dovere. Mettici poi questi imprevisti, che
crolli il baldacchino, come prima; che un servo scriteriato
scivolando ti rompa un piatto: ma sono proprio le contrarietà
che rivelano le qualità dell'anfitrione, come quelle di un
generale: quando tutto va bene, rimangono in ombra '.
E
Nasidieno: 'Ti concedano gli dei tutto il bene che vuoi: sei
proprio un vero amico, un convitato amabile ', e chiede i
suoi sandali.
Avresti
dovuto vedere allora come in ogni letto si bisbigliassero,
nel segreto dell'orecchio, i sussurri confidati al vicino.
'Non
c'è spettacolo a cui avrei assistito piú volentieri di
questo; ma via, raccontami delle risate che ti sarai fatto
dopo.
'
Vibidio, intanto, chiede ai servi se per caso non si fosse
rotta la brocca, visto che per quanto chiedesse, non gli si
dava più da bere; e noi tutti a ridere, mentre Balatrone,
con le sue trovate, gli tiene mano; quand'ecco che con la
fronte spianata ritorna Nasidieno, come chi con le sue
risorse si accinge a rimediare i guasti della sorte; dietro
vengono i servi, recando su un vassoio enorme i quarti di
una gru cosparsa abbondantemente di sale, con un po' di
farro, un fegato d'oca bianca, ingrassata con fichi
succulenti, e spalle di lepre squartate, che sono un piatto
molto più gustoso di quando si mangiano insieme ai lombi.
Ci vedemmo ancora servire petti di merlo arrosto e palombe
scosciate, tutte ghiottonerie, se il padrone non ce ne
avesse commentato ragioni e proprietà; ma noi ci
vendicammo, dandoci alla fuga, senza assaggiare boccone di
sorta, come se vi avesse alitato sopra Canidia, più
velenosa dei serpenti africani.
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