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C’è un bel giardino nel mondo: fascismo e scuole rurali

  di Patrizia Vayola

gli attrezzi

Un altro argomento sempre presente nei testi scolastici del fascismo riguarda l'uso e quasi la venerazione dei tradizionali attrezzi agricoli, fedeli compagni del contadino insieme agli animali.
Leggiamo infatti ne " Il libro per la terza elementare " del 1938 la seguente storiella:

E' assai difficile che una vanga perda la pazienza. Il suo lavoro, infatti, non è un esercizio di pazienza? E' vero che la vita della vanga è assai dura. Ma ogni giorno, appena il contadino la scuote dal sonno e la invita a seguirlo, la vanga ripete a se stessa: " Se vuoi il riso facile, lavora duro ".
I motori sì che montano in collera. Borbottano, stridono, accelerano il discorso fino a ingarbugliarsi.
La vanga, invece, è serena nel lavoro, come il battito del cuore di un fanciullo.
Come poté allora perdere la pazienza?
Si trovava, un pomeriggio di domenica, nel cortile a godersi un po' di riposo.
Un bambino da una finestra lasciò cadere un cucchiaio che colpì la vanga. La vanga sorrise e lo salutò con molta grazia.
Ma il cucchiaio, imbronciato, non rispose al saluto.
Poi cominciò a scuotersi come fa chi mette il piede in una pozzanghera.
La vanga paziente fece finta di non vedere. Non poté, tuttavia, non sentire i borbottamenti del cucchiaio che ripeteva:" Mi sono insudiciato, mi sono insudiciato".
-Perché parli così, caro pronipote? -disse la vanga.
Pronipote, hai detto? - rispose inferocito il cucchiaio.
-Ma guardati allo specchio; non somigli a una piccola vanga?
Il cucchiaio si sentì venir meno. L'insulto gli era sembrato addirittura sanguinoso. Per la prima volta, si accorse di avere una certa somiglianza con la vanga e ne ebbe vergogna: pensò al palazzo di cristallo che abitava, ai grandi personaggi con cui aveva fatto conoscenza, alla vita da gran signore che conduceva, e , a denti stretti, disse alla vanga:
-Pezzente!
La vanga non ci vide più. Temendo però di dir cosa della quale avrebbe potuto pentirsi, aspettò di esser più padrona di sé per parlare. Era diventata rossa, come quel giorno che il fabbro l'aveva cavata dalla forgia per darle forma sull'incudine. Appena l'ira fu meno bollente, disse:" I pezzenti sono i poltroni: Io lavoro da mane a sera. Se non lavorassi io, tu diventeresti un oggetto inutile. Hai mai pensato a questo? Hai mai pensato che la vanga è necessaria come l'acqua, come la terra, e che del cucchiaio, invece, si può fare a meno?

Tuttavia proprio in questo campo affiora dai libri anche un aspetto più innovativo in consonanza con la politica agricola del regime: l'esaltazione dei nuovi macchinari agricoli e delle sperimentazioni relative alla selezione delle sementi. Inoltre spesso troviamo indicazioni e consigli relativi alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e spiegazioni volte a diffondere più corrette norme igieniche.

Si fa un gran parlare perciò nei vari testi e soprattutto in quello, già citato, che è ambientato nelle paludi bonificate e che è quindi simbolo delle innovazioni tecnologiche possibili, di seminatrici automatiche, di trebbiatrici, di tecniche per la concimazione e di rotazione delle colture. Nelle scuole viene anche adottato un testo, a cura della Federazione Enti Mutui Assicurazioni Infortuni agricoli, intitolato "Ai nostri contadini per la prevenzione degli infortuni agricoli" nel quale, attraverso facili raccontini, si esemplificano le cause più comuni di incidente e si prospettano sia gli accorgimenti necessari per evitarli sia gli interventi di primo soccorso da praticare sull'infortunato. Da questo punto di vista, dunque, il regime si mostra effettivamente più attento e meno retorico nei confronti della vita contadina anche se il suo rapporto con essa rimane comunque sempre venato di un paternalismo a volte vicino al disprezzo.

Una donna così descrive infatti ai figlioli il fittavolo di un suo podere nel testo per la terza classe elementare del 1930 :

Uomo buono e semplice egli era: tanto semplice che una volta nel veder sollevarsi da noi costruito un grande pallone volante sopra il ciglio di una valle, e vagare qua e là nel cielo e infine cadere incendiandosi, s'inginocchiò con terrore e adorazione al tempo stesso, credendolo un astro o uno spirito divino.
Con tutto ciò vi dovete ricordare, miei cari saltabecchi, che la semplicità deve essere rispettata, perché è compagna dell'onestà
.

I1 fascismo dunque si presenta come l'unica forza in grado di riscattare i contadini dalla derisione, dal discredito e dalla miseria potenziando le loro capacità e la loro cultura, e di dar loro, purché rimangano obbedienti e onesti, purché cioè aderiscano alla politica del regime, un ruolo sociale rispettabile e una condizione protetta.
Nel già citato testo L'aratro e la spada si dice:

Il contadino italiano, quello stesso contadino che fino a ieri era costretto ad andar ramingo per il mondo in cerca di lavoro, è oggi amato, assistito protetto in casa sua, ed è tenuto nella considerazione che gli spetta quale produttore di ricchezza. Voi lo sapete: senza il lavoro del contadino la terra non darebbe i suoi frutti, e gli alimenti principali, a cominciare dal pane, verrebbero a mancarci. Allora anche la vita cesserebbe di essere.