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il calendario scolastico fascista Per quanto riguarda invece la propaganda fascista, ne troviamo traccia sia nei già ricordati centri d'interesse che trattano dell'opera nazionale balilla e delle sue origini, del decennale fascista, del natale di Roma, del viaggio del Re in Egitto, della grande guerra e della vittoria, sia soprattutto nella cronaca della vita della scuola. In questo testo vengono ricordati tanto fatti salienti accaduti nel corso dell'anno quanto le lezioni occasionali tenute su vari argomenti e di solito celebrative di eventi religiosi o storici o d'attualità o significativi per l'esaltazione del regime e rispondenti a precise indicazioni propagandistiche. Rispetto alla vita scolastica il maestro annota le visite del
direttore, le adunate o le festività cui gli studenti partecipano
inquadrati come balilla o piccole italiane (la maggior parte dei bambini
era iscritta a tali organizzazioni, anche se alcuni erano troppo poveri
per possedere la divisa), i saggi ginnici, la gita annuale, la festa per
la dote della scuola, la distribuzione delle tessere per la “Dante
Alighieri”. Solo raramente si parla di eventi che toccano direttamente
gli interessi dei bambini, come la nascita del figlio del bidello che
provoca una grande eccitazione in classe, la morte di Angelotta,
perpetua di Don Cotto, “che era il conforto e la consigliera di tutti”
e che gli scolari vogliono ricordare nel loro diario, o i vari lutti che
coinvolgono le famiglie dei ragazzi. A parte questi episodi, troviamo
menzionate, accanto a solennità come il Natale, la Pasqua o
l'Immacolata Concezione, altre feste religiose locali come quella della
Madonna del rosario, solennizzata da una processione, quella di S.
Pancrazio e di S. Martino a Villafranca. Si celebrano poi, insieme a
fatti storici importanti come la scoperta dell'America o la prima guerra
mondiale, le ricorrenze monarchiche quali il compleanno del re,
battesimi e matrimoni principeschi, l'anniversario di nascita della
regina madre. Si Attraverso queste pagine apprendiamo insomma quali fossero le ricorrenze che il maestro Bonaiuto e, suo tramite, la cultura fascista, consideravano importanti e anche l'immagine della vita del paese che volevano trasmettere ai bambini e ai contadini tutti in un'epoca in cui la circolazione delle notizie era limitata da una molteplicità di fattori che riguardavano non solo lo stretto controllo cui i media dell'epoca, radio e giornali, erano sottoposti da parte del regime ma anche, in un piccolo centro, le scarse occasioni di comunicazione con l'esterno e la disabitudine alla lettura o l'analfabetismo di fatto dominante. Dai diari del nostro maestro emerge un'immagine dell'Italia ufficiale fatta di compleanni regali, inaugurazioni di città, viaggi di sovrani, discorsi del duce, adunate e vittorie: sui campi di calcio, nel pugilato, nelle gare tra aerei e, nel 1935-36, in Africa, la cui spedizione (alla quale parteciparono 16 soldati di Cantarana) viene vissuta attimo per attimo, dal momento in cui si decide di intervenire “per liberare dal pericolo abissino le nostre colonie” fino alla “bella e gloriosa notizia data dal Duce: l'Abissinia è Italiana tutta”. |