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Alberto De Bernardi, Le rilevanze storiografiche del '900

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3. IL SECOLO DELLE IDEOLOGIE Dl MASSA

Dal carattere ideologico delle guerre del Novecento consegue che non posso espungere dall'insegnamento di questo secolo le ideologie. Esse infatti non sono, come nell'età moderna, questione che riguarda solo le élites, gli uomini di cultura, ma diventano carne e sangue delle masse, innervano la società e la mobilitano. II secolo XX è lo scontro di queste ideologie di massa che diventano costitutive degli stati, tanto che abbiamo stati costruiti attorno a determinate ideologie (ad esempio stati comunisti, stati fascisti) e che mobilitano le loro risorse in funzione dell'ideologia. In questo secolo si pone infatti, per la prima volta, un grande problema: come integrare le masse operaie e contadine nello stato, cioè come dare diritti politici e diritti sociali a milioni di persone che ne sono prive, e che attraverso i partiti, i sindacati, le lotte, premono per averli, per conquistare quella che oggi chiameremmo la cittadinanza. Questo è il grande problema dei primi trent'anni del secolo, problema che lo stato liberale, per come si è costituito in forma elitaria nell'Ottocento, non è in grado di affrontare. In questo secolo si presentano tre modi per integrare le masse nello stato: il modo della liberal-democrazia, il modo del fascismo e il modo del comunismo. Tutti questi sistemi ideologici tentano infatti di rispondere allo stesso problema, ovvero costruire uno stato e una società centrati sul fenomeno più evidente del Novecento, che è la massificazione della società, prodotto dell'industrializzazione. Se questa è la questione, è evidente che lo stato liberale, fino agli anni venti, non ha una risposta a questo problema, non è capace di fare il salto verso la democrazia. Poi, come risposta alla Grande Crisi, negli anni trenta si inventa lo stato sociale, ovvero per integrare le masse nello stato viene superata l'idea dello stato che sta fuori e al di sopra dei processi economici, si crea un nuovo nesso tra stato di diritto e welfare, cioè lo stato democratico orienta le risorse e le distribuisce tendendo a ridurre le differenze sociali prodotte dai processi economici. Anche le altre due ideologie che si affermano tra le due guerre, fascismo e socialismo, sono ideologie di massa, populiste e fondate sull'idea che la massa è al centro della società. Secondo il fascismo il modo in cui le masse possono integrarsi non è quello parlamentare, ma è il rapporto carismatico con il capo. Secondo il comunismo la soluzione è diversa, sono le masse stesse che costruiscono un loro stato, una loro società, persino un uomo nuovo. Che poi il fascismo sia un'ideologia regressiva, e che il comunismo si presenti invece come un'ideologia della liberazione dell'uomo, questo è importante ma secondario rispetto al problema della massificazione come storicamente si pone all'inizio del secolo.


 

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