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Maria Teresa Sega, La storia scritta con la luce. La fotografia come fonte  

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STORIA DELLA FOTOGRAFIA O STORIA DELL'ARTE?

Al di là dell'imputazione di cattiva volontà il motivo della diffidenza degli storici verso la fotografia come documento è da ricercarsi in una serie di problemi relativi sia alla definizione della natura della fotografia che alla sua interpretazione e al reperimento e all'archiviazione delle fonti. Occorre dire innanzitutto che la storia della fotografia, intesa non solo come storia dell'arte fotografica ma come ricerca che prende in considerazione anche gli aspetti sociali, antropologici e culturali consentendo quindi di porre in relazione il suo sviluppo con quello della società, è, almeno, in Italia, ancora rec ente e non del tutto codificata.
Il modello dominante di storia della fotografia è ancora quello estetico per autori e segue il filo dello sviluppo tecnico, a imitazione della storia dell'arte. Tale modello risulta riduttivo e poco utile allo storico poiché non tiene sufficientemente conto del fatto che, se la fotografia è indubbiamente un'arte e una tecnica per creare immagini, è anche un modo, culturalmente e socialmente determinato, di rappresentare e divulgare idee ed eventi, di evocarli e ricordarli, di occultarne e mistificarne altri. Un potere persuasivo. Un approccio alla fotografia che renda conto di ciò richiede un'ottica interdisciplinare e quindi una serie di competenze che travalichino lo specifico tecnico-fotografico, per servirsi di una strumentazione metodologica e concettuale del tutto nuova, consapevole della complessità del documento fotografico. Questo approccio non può prescindere dalla conoscenza della tecnica fotografica e della sua evoluzione nel tempo. Ma occorre rendere conto anche dei cambiamenti che la fotografia, come strumento di rappresentazione di massa, ha portato in vari aspetti della vita sociale, dalla comunicazione all'immaginario collettivo, dal sapere come modello di conoscenza e approccio al reale, alle forme di memorizzazione, dai rituali sociali alla memoria privata. Estrapolare uno di questi aspetti e analizzarlo separatamente, così come selezionare alcune immagini senza esplicitare i criteri della scelta, impedisce di comprendere la reale portata della fotografia, non solo come tecnica di produzione e riproduzione di immagini, ma come mentalità. Ecco l'importanza, come afferma Angelo Schwarz, di una storia della fotografia che sia storia di tutte le fotografie e quindi della formazione di archivi che raccolgano e ordinino il materiale. Ed ecco la necessità di sconfinare in quei terreni, tradizionalmente appannaggio più dell'antropologo che dello storico, che riguardano le forme sociali di comunicazione e rappresentazione di cui l'immagine è uno strumento privilegiato.



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