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UN ESEMPIO DI
ANALISI
Le relazioni tra fonti: le "impiraperle" veneziane
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LA RACCOLTA DELLE FONTI
L'ANALISI
Il lavoro a domicilio delle
infilatrici di perle ("impiraperle") viene svolto, nella bella
stagione, all'aperto, in gruppo per chiacchierare mentre si lavora. Le
fotografie, scattate a fini giornalistici o turistici da autori volti a
cogliere immagini caratteristiche di sapore popolare, evidenziano questo
aspetto del lavoro e della vita delle donne, occultandone altri, meno
pittoreschi. Sappiamo dalle testimonianze orali che il lavoro si svolgeva
anche in casa, nei lunghi inverni o nelle ore notturne durante le quali
spesso si protraeva, o nei magazzini-laboratori delle maestre ( "mistre'').
Al di lā della rappresentazione, ricalcata sugli stereotipi folcloristici
dello sguardo esterno, curioso solo degli aspetti esteriori e vivaci di
questo mondo, dalle fotografie possiamo ricavare informazioni sull'ambiente
(č evidente il degrado dei quartieri popolari), gli oggetti di lavoro, i
gesti, il rapporto con lo spazio. Si evidenzia la presenza di una comunitā
femminile, composta da donne di varie generazioni e bambini; l'uomo, quando
č presente, non entra in relazione con la comunitā, spesso se ne sta in
ozio a guardare.
Lo spazio della calle č vissuto come prolungamento dello spazio domestico,
troppo angusto e spesso malsano, e nello stesso tempo spazio comune dove si
intrecciano scambi e reti di relazioni di vicinato. Non sono evidenziati in
queste fotografie i rapporti di potere tra le persone: la madre e i figli,
le impiraperle e la "mistrā''. Quest'ultima, che distribuiva il
lavoro alle donne, lo ritirava e le pagava, gestiva un potere effettivo ed
č stata identificata, negli anni delle lotte per gli aumenti salariali,
come colei che sfruttava il lavoro delle impiraperle. Ma il rapporto tra
lei e le donne era ambiguo, il suo ruolo di potere, legato a rapporti
personali e a prestigio sociale, rimaneva implicito, raramente si
esplicitava e si manifestava esternamente. Non riusciamo a identificare le
"mistre" nelle fotografie, la memoria delle donne č l'unica
fonte che, tra contraddizioni e ambiguitā, ci parla di questi rapporti.
Molto diverse invece le fotografie del lavoro in fabbrica dove sono
visibili le mansioni maschili e femminili, il ruolo dei sorveglianti
e le differenze tra maestranze e padroni, e le fotografie di famiglia dove
le relazioni tra le persone sono consapevolmente evidenziate.
Le donne si prestano ad essere fotografate, spesso sorridono compiaciute al
fotografo, sembrano incuriosite da quell'avvenimento che rompe la monotonia
della giornata: ecco che accanto alle lavoratrici si fermano donne di
passaggio, altre escono dalle case o si affacciano dalle finestre.
Accettano anche di fermarsi in posa, mostrando oggetti e gesti o di
recitare la parte di se stesse, con 1a stessa disponibilitā con la quale
raccontano: anche questo č un modo di raccontarsi e loro lo fanno con un
misto di ritegno e desiderio di mostrarsi, di curiositā e timidezza.
Rispetto alle fonti letterarie e iconografiche le testimonianze orali
evidenziano maggiormente la fatica e la durezza della vita, tesa a
risolvere quotidianamente il problema della sopravvivenza, in cui rari sono
gli svaghi e i momenti di festa.
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altri lavori che utilizzano le
fotografie come fonti
Storia
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Fonti per un secolo di scuola elementare a Cantarana
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