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UN METODO DI
LETTURA DEL DOCUMENTO FOTOGRAFICO
Ma vediamo di sintetizzare
alcuni punti e fissare alcune categorie per una metodologia di lettura del
documento fotografico.
Innanzitutto vi sono più piani di lettura di un'immagine
fotografica: il piano dell'informazione (le informazioni sul
contenuto che si possono ricavare al di là dell'interpretazione
dell'autore); il piano della rappresentazione (le informazioni di
carattere culturale e ideologico che rimandano a convenzioni e codici); il
piano dell'autorappresentazione (l'analisi di come il soggetto,
consapevole, si pone nel momento in cui diventa oggetto). Nell'analisi
questi tre piani vanno affiancati e intrecciati per poter comprendere anche
le relazioni tra rappresentazione e autorappresentazione, realtà e
rappresentazione.
È importante, analizzando un'immagine fotografica, chiedersi che cosa dice
ma anche che cosa non dice: risalire ai criteri di scelta che stabiliscono
che cosa è fotografabile, che cosa è mostrabile, in rapporto ai
valori dell'epoca, dell'autore, del committente, delle classi dominanti o
di chi usa e manipola l'informazione. Che la fotografia ci mostri alcune
cose per rimuoverne altre ce l'ha già fatto acutamente notare Castel, ma
basti pensare come nella nostra epoca sono scomparse le fotografie delle
veglie funebri, con i familiari che posano accanto al morto, presenti
invece nella cultura contadina. In epoca positivistica si pensava fossero
fotografabili la follia e le qualità morali, poiché si riteneva che
queste fossero scritte nel corpo con segni ben evidenti e codificati, così
come, poco più tardi, si usò la fotografia per diffondere immagini di
africani ed ebrei a dimostrazione della loro inferiorità razziale. È
importante poi capire che cosa c'è di codificato in un'immagine
fotografica che permette di contestualizzarla, in relazione ad altre
immagini, nel tempo e nello spazio. Sono soprattutto i generi e i rituali
fotografici che usano un linguaggio convenzionale, più o meno
ricalcato fedelmente, al quale comunque si fa riferimento sia per
uniformarsi, sia per differenziarsi. La convenzione opera in maniera tanto
più rigida quanto più l'occasione è ufficiale, in rapporto quindi ai
rituali sociali. Si pensi alle fotografie di matrimonio, così come ad
altre che fissano nella rappresentazione i riti, familiari e sociali, di
passaggio (prima comunione, primo giorno di scuola). La fotografia, che è
diventata parte integrante del rito fino a condizionarlo totalmente, è un
elemento importante di integrazione sociale. Per evidenziare questo
discorso occorre quindi ave visto altre immagini: solo la considerazione
della quantità permette i comprendere la rilevanza sociale della
fotografia, di comprendere le sopravvivenze, le durate e quindi anche le
rotture di certe modalità di rappresentazione che connotano poi continuità
e rotture sul piano sia individuale che delle mentalità, del costume, del
gusto. Così, se attraverso la fotografia è possibile integrarsi,
dimostrare di essere come gli altri, parlando lo stesso linguaggio, questo
sarà anche il terreno in cui si collocano il rifiuto del codice,
l'invenzione. Ma raramente invenzione e sperimentazione di nuovi linguaggi
trovano un punto di contatto con la rappresentazione socializzata, adattata
alla comprensione e alle aspettative della società. Produzione d'autore,
tesa all'espressione della soggettività, e produzione di massa, con
caratteristica di standardizzazione, sono ancor lontane. Finora le storie
della fotografia, che sono costruite su una scelta di immagini e di autori,
ci permettono di cogliere solo i cambiamenti non le continuità all'interno
delle quali questi cambiamenti si inscrivono quelle che a noi appaiono come
isole, sono in realtà le cime delle montagne di un continente sommerso.
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altri lavori che utilizzano le
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delle donne: l'ingresso nella cittadinanza
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Fonti per un secolo di scuola elementare a Cantarana
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