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LE VARIABILI OPERATIVE
Procedere oltre lavvio significa
cominciare a destreggiarsi tra tante fonti diverse, elementi di conoscenza
vari, compiendo gesti e costruendo sequenze che possono causare confusione.
Per questo è opportuno che nel laboratorio ci si possa muovere, scandendo
anche attraverso la spazialità fisica il variare del percorso logico.
Ma non basta.
E necessario allora fornire ai
ragazzi delle piste chiare da seguire, rappresentabili graficamente come
griglie in cui ordinare la materia, predisponendo i passaggi successivi.
Con i docenti ho talvolta incontrato difficoltà ad operare in questo
modo perché per molti lattenzione tende a concentrarsi sui contenuti
del discorso, riempendoli delle rilevanze già affermate, riconnettendoli
ad altri percorsi di conoscenza secondo le linee della storiografia che si
occupa di fatti, di interpretazioni, di problemi di contesto. Per i ragazzi
è diverso. Essi fanno molta attenzione al significato dei passaggi
operativi, e quando vanno via via apprendendo, acquista una funzione logica
allinterno del discorso complessivo, solo quando hanno chiare le coordinate
fondamentali entro cui si stanno muovendo.
Determinare queste coordinate significa,
ancora una volta, scegliere fra diverse possibilità, fra diversi modelli
operativi. Vediamone alcuni, i più ricorrenti.
Poniamo che largomento costituisca
una realtà sincronica e complessa, con vari elementi e vari fattori.
Si può lavorare con un modello selettivo orizzontale, semplice nella
sua intuitività ma organico, che consente una classificazione funzionale
dei dati. E una griglia empirica che distingue gli aspetti specifici
della realtà umana di cui la storia si occupa e che fanno parte
dellesperienza vissuta. Gli uomini, infatti, si insediano in un territorio,
che usano secondo esigenze di vario genere; in esso danno vita
allattività economica; in ogni collettività umana
lorganizzazione dei ruoli genera forme di rapporti sociali, crea dipendenze
che si concretizzano nel potere, e si formalizzano nelle istituzioni; la
comunicazione fra gli uomini, in tutte le sue forme e nei suoi contenuti,
costituisce il mondo della cultura. Gli indicatori di questa griglia-base,
dunque, saranno questi, distinti ma interconnessi in vari modi: Territorio/
Economia/ Società/ Potere e Istituzioni/ Cultura. A partire da questi
elementi di lettura primaria si può ricostruire una civiltà,
scomponendo i dati e collocandoli secondo i rispettivi indicatori; ciò
facilita naturalmente le comparazioni e permette di individuare i mutamenti
sul terreno da cui ha inizio. Pensiamo, ad esempio, allo smontaggio del capitolo
dal libro di testo in cui si parla della Rivoluzione francese secondo questa
griglia, o alle spiegazioni complesse sui problemi posteriori
allUnità dItalia, o alla guerra dei contadini durante
la Riforma luterana affrontati con questo metodo. Ma è solo il primo
livello di operatività.
Il secondo procede alla connessione
logica dei dati secondo una lettera trasversale. Quali elementi di connessione
possiamo individuare fra le caratteristiche di un territorio ed il suo uso
economico, fra questo e lorganizzazione sociale, e la cultura, e le
istituzioni ? Con quali reciprocità e scarti ? Con quali
predominanze ? Con quali punti di rottura ? La costruzione di relazioni
di questo tipo è allinizio molto difficile per i ragazzi, a
cui le "cause" e le "conseguenze" vengono in genere sempre spiegate, senza
dare quasi mai loro gli elementi per individuarle autonomamente. Ma proprio
per questo un lavoro così concepito è un potente liberatore
del pensiero e delle sue possibilità. Quando poi lo si faccia con
laiuto di elementi di concretezza visibili, loperazione risulta
più facile. Superato comunque il primo stadio di difficoltà,
si ottiene in genere una forte accellerazione della capacità di muoversi
sul terreno della storia. Può sembrare strano, ma i più veloci
ad impadronirsi di questa facoltà operativa sono i ragazzini della
scuola dellobbligo, rispetto agli studenti più
grandi.
Se loggetto del lavoro è
invece circoscritto ad una sola sequenza conoscitiva (un evento, un personaggio,
un singolo luogo, un particolare già noto),allora conviene usare un
modello espansivo, cioè griglie che conducano losservazione
a gradi diversi di complessità.
Se il punto di partenza è un
evento, allora si può predisporre un percorso scandito nelle fasi
evento/fenomeno complessivo /rappresentazione. Un singolo episodio di violenza
sugli immigrati, per esempio, conduce alla considerazione del fenomeno
complessivo dellimmigrazione in generale, quella dei nostri tempi e
quella più antica che per noi italiani si chiama emigrazione; ma al
di là del fatto economico-sociale, è rilevante il modo in cui
il problema viene percepito e rappresentato, con quali livelli di consapevolezza,
ed infine come tutto ciò finisca per connotare il fenomeno stesso,
fino al singolo episodio da cui si era partiti. Ciò vale per il 14
luglio 1789, per il 25 aprile 1945, per tutti gli infiniti episodi di cui
è costellato il percorso scolastico della storia.
Si può invece avere sottomano
un soggetto singolo della storia, la sua memoria, la sua biografia, o parte
di essa. Il modello allora seguirà le linee soggetto/apparenze/ contesto.
Mettiamo che il lavoro abbia individuato la soggettività di Primo
Levi. Lappartenenza ebraica può sembrare la più evidente,
ma quali altre appartenenze possiamo cogliere in questa particolare biografia?
E italiano, borghese, colto, maschio, tanto per cominciare. Ognuno
di queste appartenenze crea relazioni mediate ed immediate, rende possibile
estendere la sua esperienza ad altri, entro il quadro generale di un contesto
che apre o chiude spazi di autonomia, creando vincoli entro cui lui, singolo,
è costretto a percorrere il suo personale cammino di vita condividendo
la storia con un intero mondo sconvolto.
E possibile, ancora, che si stia
lavorando sulla storia locale, o su parti di essa. Il bisogno di uscire dai
limiti territoriali può nascere dalla considerazione che in nessun
luogo le determinazioni degli uomini sono compiutamente autonome, e che sollevare
lo sguardo dal singolo vetrino dellindagine permette di vedere più
cose quando si torni ad esso. In questo caso si possono usare tutti i modelli
operativi già indicati, ed altri ancora. Uno, in particolar modo,
mi sembra efficace : è quello che chiamo cronospazio, perché
incrocia i parametri dello spazio e del tempo. Immaginiamo di puntare il
dito su unarea piccola, finanche molto ristretta, della carta geografica,
ed immaginiamo di far scorrere questo punto lungo lasse del tempo.
Incontreremo mutamenti di ogni tipo, tutti verificati nel nostro luogo
privilegiato di osservazione. Immaginiamo adesso di considerare larea
in cui esso si inscrive, area politica, sociale, religiosa, economica, o
in qualunque modo riusciamo a definire lomogeneità spaziale.
Il nostro punto cambierà posizione nello spazio storico, per quanto
le coordinate geografiche siano sempre le stesse. Lo troveremo frontiera
e poi centro e poi periferia, e poi isola di storia assediata dai nemici,
e poi immerso nella vastità del grande impero multinazionale. E sarà
contemporaneamente frontiera economica e centro religioso, e periferia politica
ed isola sociale. Questo meccanismo ha la capacità di sciogliere le
rigidità concettuali entro cui si costringe la cosiddetta storia generale,
e permette di uscire da ogni tipo di concentramento forzato. Direi che
costituisce i prerequisiti necessari per uscire dalleurocentrismo proprio
assumendo come campo di analisi il locale, perché permette di espandere
lo sguardo fin dove vogliamo, fino alla
mondialità.
Questi esempi sono moltiplicabili secondo
lintuizione didattica, lesperienza storiografica, la fantasia
personale di ogni insegnante, ma in linea di massima hanno tutti una
caratteristica comune: procedono dal micro al macro, per poi compiere il
cammino inverso, dal macro al micro.
Possono anche essere rovesciati, con
effetto zoom, riducendo la scala di osservazione a partire dal panorama più
vasto per andare alla ricerca del particolare, dellevento significativo,
del soggetto coinvolto nella storia "più grande di lui", per poi ritornare
alle dimensioni maggiori carichi di unaltra
consapevolezza.
Quando però, in un caso o
nellaltro, si toccano punti di massima ampiezza dello sguardo, non
ci si può più affidare alla costruzione di sistemi concreti
governabili con le sole armi delle operazioni logiche elementari. A quel
punto devono entrare in campo non più suggeriti indirettamente, ma
chiaramente individuati, i paradigmi storiografici, riconosciuti come tali.
Ai più piccoli si dirà : "Dicono gli storici...", ed ai
più grandi si offriranno le pagine della storiografia e gli schemi
interpretativi nelle loro principali variabili, se il cammino è stato
compiuto correttamente, saranno perfettamente in grado di comprenderli e
di valutarli.
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