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Laurana Lajolo, Progetti per imparare la storia del '900: il laboratorio di didattica della storia

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UNA STRUTTURA ISTITUZIONALE

Il laboratorio, nella nuova situazione, non è più un fatto volontaristico di alcuni docenti avanzati, che progettano, spesso in modo individuale, un luogo di sperimentazione con i propri allievi, ma diventa una struttura istituzionale della scuola, di uso comune così come i laboratori di scienze o quelli di lingue. Pertanto, quali funzioni deve assumere?
Provo a dare una schematizzazione, prima di tutto pensando al lavoro degli insegnanti nella prima fase, quella dell’allestimento.
Il laboratorio è luogo di discussione e di progettazione collettiva, dove i docenti hanno la possibilità di confronto e di scelta dell’impostazione metodologica e della programmazione. E’ una banca-dati ed un complesso di attrezzature, con cui è possibile preordinare da parte dei docenti e sperimentare da parte degli studenti le procedure del mestiere dello storico. Il laboratorio è anche luogo mentale: una o più modalità di fare storia partendo dall’uso delle fonti multimediali, utilizzando contenuti, metodologie e tecniche multidisciplinari.
Per progettare l’allestimento del laboratorio è indispensabile fare il censimento delle possibili fonti, in prima istanza dei giacimenti culturali della scuola (archivio, biblioteca, collezioni scientifiche), degli enti territoriali (archivi, biblioteche, musei, archivi industriali, archivi multimediali, archivi privati, librerie qualificate, cineteche, istituzioni culturali, ecc.). In tal modo il laboratorio diviene prima di tutto una banca-dati dinamica, in continuo aggiornamento prodotto dalle ricerche ed esperienze, che sono condotte con gli studenti.
Il laboratorio è, dunque, anche luogo della memoria, cioè conserva la documentazione raccolta, le proposte didattiche ed anche le esperienze che verranno prodotte dagli studenti nel corso degli anni e che possono diventare, a loro volta, fonte per ulteriori lavori. La banca-dati si arricchisce con il tempo di bibliografie ragionate delle fonti multimediali, non solo di quelle storiografiche tradizionali, e con approfondimenti specifici relativi ai percorsi che si vogliono attivare. Oltre ai dati sulle istituzioni culturali sul territorio ed alla bibliografia, sono utili censimenti di siti internet, indici, cronologie, tavole sinottiche, al fine di costruire mappe concettuali e griglie su temi. Accanto a quella temporale, va evidenziata anche la dimensione spaziale, con i relativi strumenti conoscitivi ed operativi, poiché nel presente e nella storia globale esistono più spazi, che vanno esplorati e conosciuti.
Contemporaneamente gli insegnanti hanno da rilevare e registrare i bisogni formativi degli studenti e da quelli partire per operare la selezione dei contenuti e per individuare gli obiettivi formativi. Il più importante di tali obiettivi è senz’altro quello di problematizzare le rilevanze e le scansioni della storia contemporanea, poiché la complessità e la vastità di contenuti e di problemi necessitano di una giustificata scelta dei temi e di una pluralità di approcci. La parzialità della proposta di studio deve, infatti, essere accompagnata dalla completezza delle procedure storiche, così da consentire ai ragazzi la piena acquisizione della strumentazione critica per la conoscenza storica.
Affinché l’attività di laboratorio abbia una sua funzione, nell’ambito della programmazione generale dello studio della storia, il docente deve prestare molta attenzione alla strategia dei tempi didattici. Il lavoro laboratoriale può essere usato per un’esperienza di approfondimento di poche ore, oppure può diventare una delle modalità dell’insegnamento/apprendimento, con un ampio utilizzo, durante tutto l’arco dell’anno scolastico.
Il laboratorio va attrezzato con strumentazioni multimediali (registratore, videoregistratore, macchina fotografica, computer, stampante, scanner, collegamento internet, ecc.), una biblioteca specializzata essenziale e, dato importante, vanno raccolti anche oggetti materiali evocativi dei periodi che si ritiene studiare, per dare riferimenti concreti e non solo concettuali.
Il laboratorio è un luogo fisico e l’aula, o meglio lo spazio laboratoriale va suddiviso secondo le esigenze dei lavori di gruppo e di ricerca. L’articolazione degli spazi dell’aula-laboratorio deve essere funzionale ai lavori in corso, con tavoli facilmente componibili, l’area video, l’area teatro e musica, l’area stampa e così via. Gli spazi possono anche essere ridotti, ma pensati e strutturati in modo flessibile per adattarsi a tutte le modificazioni di funzione, che possano rendersi necessarie.
Il laboratorio è anche centro operativo di interrelazione con istituzioni culturali, enti pubblici e l’insieme del territorio (paesaggio urbano e rurale), che possono fornire documentazione e suggerimenti per apprendere e fare storia.
Il laboratorio è, infine, luogo simbolico per la storia contemporanea, in quanto raccoglie in sé i riferimenti culturali e di ricerca e propone lo sviluppo del percorso di ricostruzione e di interpretazione del fatto storico, inteso non solo come avvenimento cronologicamente datato, ma come insieme di fatti culturali, sociali, economici.
Per queste considerazioni credo che la progettazione del laboratorio e la sua attuazione siano momenti particolarmente significativi e rilevanti nel processo di aggiornamento e di autoaggiornamento dei tutor e dei docenti e per il lavoro degli allievi.


   

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