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IL LABORATORIO DI DIDATTICA DELLA
STORIA
In questo quadro rivela tutta la sua
utilità l'allestimento a scuola di un laboratorio di didattica della
storia, inteso come luogo fisico e/o mentale ad alta intensità, dove
costruire documentazione, selezionare fonti e materiali, predisporre la ricerca.
Il laboratorio può anche essere inteso come un luogo di memoria dove
vengono depositate le produzioni del lavoro scolastico e dove può
avvenire lo scambio di esperienze tra docenti e allievi nel corso degli anni,
con un passaggio di esperienze, di conoscenze e di ricerche.
Esso è, dunque, un luogo di lavoro, ma anche una banca-dati per costruire
i processi logico-cognitivi, con i necessari coinvolgimenti emotivi.
Nell'apprendimento della storia è importante, infatti, non soltanto
l'attenzione intellettuale, ma anche il pathos dei sentimenti.
La ricerca, nel laboratorio, è un procedimento da condurre insieme,
studenti e docenti che formano un vero gruppo di lavoro, dove si attivano
sia elementi affettivi che cognitivi, dove si confrontano i vissuti soggettivi.
Si passa la memoria da una generazione all'altra, intrecciando presente e
passato per imparare la storia e soprattutto per capire il cambiamento in
atto nel presente, che è, comunque, bello o brutto che sia, connotazione
di futuro.
La scuola non e è più l'unico luogo di formazione, ma è
sicuramente uno dei luoghi privilegiati, in cui, ad esempio, si vive direttamente
l'interculturalità (basti pensate alla presenza dei ragazzi stranieri)
propria della società globale. E a scuola si può imparare
(insegnanti e studenti) a conoscere la storia, o meglio la pluralità
delle storie.
Il sapere nuovo, superando la sequenza cronologica lineale, può costruire,
secondo la definizione di Ivo Mattozzi, l'architettura modulare di molteplici
storie, che diano il senso della continuità ai frammenti molteplici
del presente. Va delineata una trama di connessioni profonde, che abbia senso
nella durata storica.
"Restituire spessore al presente (...) significa "abitarlo" consapevoli
del proprio essere nel mondo e del segno che l'esserci lascia di sé,
ed insieme scoprirlo come luogo di memorie - ancora una volta al plurale
- che accolga ogni traccia, ogni presenza, appunto, ogni segno superstite
del passato (N. Baiesi E Guerra, 1997, p 124).
Non è questa un'operazione immediata e facile, bisogna modificare
atteggiamenti e convinzioni, proporre supposti contenutistici e metodologici
di formazione e di aggiornamento, costruire strumenti didattici innovativi,
come può essere, ad esempio, il labolatorio. L'allestimento del
laboratorio è già, di per sè, un'occasione di
autoaggiornamento e di ricerca, perché rappresenta un progetto educativo,
dove sperimentare la mediazione didattica della conoscenza storica, intrecciando
il sapete cognitivo con il saper fare, luogo di collaborazione effettiva
e necessaria tra il docente e i suoi studenti nella tensione intellettuale
ed emotiva non solo di imparare la storia insieme, ma di fare storia.
Fare storia significa elaborare un prodotto originale di ricerca storica,
sulla base di mappe concettuali, di tracce tematiche, di fonti, di percorsi.
Gli esiti delle ricerche saranno sicuramente imperfetti, ma spesso saranno
ricostruzioni inedite, non previste dai manuali: microstorie o approfondiemnti
non tutti contenuti nei saggi storiografici. Quindi i giovani impareranno,
in modo attivo e coinvolgente, a interpretare situazioni, fatti, fenomeni,
arrivando a un prodotto socializzabile e comunicabile.
Con il laboratorio si raggiunge, a mio avviso, anche un obiettivo formativo
più alto lo studente diventerà consapevole di FARE anche lui
STORIA, di essere soggetto rispetto agli avvenimenti che lo coinvolgono.
Si sentirà attore sul palcoscenico della storia, ne conoscerà
le regole, sarà in grado di percorrere tempi e spazi, a volte potrà
anche intervenire per produrre cambiamenti.
E avrà strumenti migliori per interpretate la confusione del
presente in continua e rapida trasformazione, per mettere ordine nel
corso storico e, soprattutto, per orientarsi nel .suo tempo, sapendo vivere
in una società fluida e multiculturale.
Nel cambiamento c'è, evidentemente, l'elemento della discontinuità,
il nuovo che dobbiamo apprendere e che può farci paura, ma c'è
anche, necessariamente, l'elemento di permanenza che giù conosciamo
ed è quindi possibile cercare di interpretare ciò che muta
mentre noi viviamo.
E' attraverso la categoria del cambiamento che possiamo stabilire il nesso.
tra passato-presente-futuro, partendo dal nostro presente e intendendo la.
storia come un viaggiò attraverso i cambiamenti del passato e un
viaggio verso il cambiamento del presente-futuro.
in Memoria e ricerca, 1998,
Istituto regionale per
la storia del movimento di liberazione nelle Marche
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Progetti per imparare
la storia del '900: il laboratorio di didattica della
storia
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Il
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Dove
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Storie contemporanee - Didattica
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