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Mario Pinotti, Il laboratorio e la su apolisemia

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IL CURRICOLO VERTICALE: UN'ESIGENZA IRRINUNCIABILE

La didattica del laboratorio non deve portarsi dietro la pratica del "frammento", dell'esperienza episodica, bella ma irripetibile rispetto al resto dell'itinerario curricolare. Al contrario, la didattica del laboratorio deve imporre le proprie condizioni ad un itinerario scolastico che ne assorba le implicazioni più profonde. Deve cessare la ciclicità dei programmi, la ripetizione per tre volte dei movimenti dalle origini al presente, la continua riproposizione di un teleologismo eurocentrico.
Se in laboratorio si deve imparare a saper fare, occorrerà assicurare le condizioni preliminari di questa operatività predisponendo l'alfabetizzazione della grammatica spazio-temporale e disegnando la cornice d'insieme entro cui collocare l'azione laboratoriale. I primi anni della formazione, allora, dovranno essere dedicati alla costruzione delle categorie rappresentative ed interpretative proprie della realtà sociale a partire dall'esperienza immediata dei bambini stessi. E poiché la realtà sociale non può essere affrontata subito nella sua complessità sincronica e diacronica, urgerà esplorarla in modo semplificato, senza esaurirne, d'altro canto, l'intrinseca specificità. Gli studi della vera e propria realtà sociale dovranno procedere con gradualità dal vicino al lontano, dal presente al passato. Ma, in questo movimento, lo studio dovrà essere da subito costruzione attiva del proprio sapere.
Non è, tuttavia, sufficiente questo movimento. I criteri dal vicino al lontano e dal presente al passato sono criteri didattici, suggeriti dalla psicologia e dalla pedagogia, ma non garantiscono da soli la costruzione di un'ipotesi curricolare: serve il soccorso della scienza storiografica. Come procedere verso il lontano e verso il passato? Indifferentemente, per progressione quantitativa, anno dopo anno, chilometro dopo chilometro? No, evidentemente!
Alla storiografia, alla geografia ed alle altre scienze sociali bisogna chiedere i criteri per scegliere le periodizzazioni e i quadri territoriali da studiare. Essi forniranno i parametri per organizzare un curricolo dando gli indispensabili punti di riferimento alla quotidiana prassi scolastica.xCon questi riferimenti generali diventerà agevole frequentare il laboratorio poiché ogni attività in esso compiuta sarà collocabile entro un percorso progettato e realizzato consapevolmente. E' questa la "visione generale" che la didattica del laboratorio può opporre alla "generalità" della didattica della tradizione.
Un altro esempio. E' nota la difficoltà di comprensione della variabile politica nell'odierna prassi scolastica. Il ricorso alla drammatizzazione può essere un utile espediente poiché trasfigura concretamente in figure personalizzate le diverse funzioni dello stato e l'intreccio con la dialettica degli interessi. Ma, anche in questo caso non si può eludere il soccorso della scienza sociale. La politologia fornirà i modelli teorici di stato, tra cui il didatta potrà scegliere, con l'obbligo di esplicitare i criteri della scelta, l'interpretazione che gli servirà da paradigma orientatore del proprio insegnamento.


 

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