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LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti > la storiografia

Alberto De Bernardi, Le rilevanze storiografiche del '900

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UN CURRICOLO SUL NOVECENTO "BREVE"

1. DAL 1914 AL 1945    
  1.1 le guerre mondiali e la decadenza dell'Europa  
  1.2 la crisi del liberalismo e i sistemi alternativi che gli vengono contrapposti:  
    1.2.1 il socialismo sovietico, dalla rivoluzione d'ottobre allo stalinismo
    1.2.2 i fascismi: il caso italiano e quello tedesco
  1.3 la crisi del liberismo: la crisi del '29 e il crollo del mercato mondiale  
2. DAL DOPOGUERRA Al PRIMI ANNI '70    
  2.1 il bipolarismo Est-ovest: prima guerra fredda, distensione, seconda guerra fredda  
  2.2 decolonizzazione e terzo mondo  
  2.3 il primo mondo: welfare state e società di massa  
    2.3.1 il caso italiano: il "miracolo economico"
    2.3.2 il caso italiano: la repubblica dei partiti, dalla Costituente alla fine della "prima repubblica"
3. DAI PRIMI ANNI '7O Al PRIMI ANNI '90    
  3.1 il crollo del socialismo reale  
  3.2 la polarizzazione Nord/Sud del mondo e i diversi Sud: il sottosviluppo (Africa); il mondo islamico; i paesi di nuova industrializzazione (Asia orientale);  
  3.3 I'occidente nella terza rivoluzione industriale; dalla stagnazione alla crisi dello stato sociale  
    3.3.1 il caso italiano: la "seconda repubblica" ?

Si può notare che all'interno dei tre periodi considerati il percorso proposto è tematico, non diacronico (o meglio, le linee di sviluppo diacronico sono interne a ciascun tema o sotto-tema). La prima obiezione che si può prevedere è ovviamente del tipo: come è possibile trattare la seconda guerra mondiale (qui vista unitariamente assieme alla prima) prima del nazismo, e quest’ultimo prima della crisi del '29 ? Un’altra obiezione potrebbe riguardare l'alto numero di temi in cui si articolerebbe il programma, o meglio il fatto che molti di essi comprendono in realtà una pluralità di sotto-temi assai vasti e complessi, per cui rimarrebbe irrisolta la difficoltà di contenere la vastità del programma nelle 60 ore annue. Questi problemi potrebbero essere risolti presentando all'inizio l'insieme dei temi in modo molto sintetico, poi procedendo al lavoro vero e proprio su di essi, a livelli diversi: alcuni temi saranno indagati in modo approfondito, altri in modo sommario, altri ancora non andranno oltre la presentazione iniziale. Quando parlo di temi indagati in modo approfondito non mi riferisco all'ampiezza delle lezioni frontali da parte del docente, ma soprattutto all'impiego di modalità diverse di gestione del rapporto d'aula, cioè a materiali didattici, metodologie e procedure di lavoro che coinvolgano attivamente gli studenti e ne sollecitino le abilità. In questa prospettiva, la breve esposizione iniziale dei temi-chiave equivale all’evidenziazione dei "nodi" di una rete, ovvero alla lettura del menù iniziale di un ipertesto; così come la successiva trattazione a diversi livelli di ampiezza dei temi corrisponde alla vera e propria "navigazione" che, alla fine, dovrebbe consentire agli studenti di ricostruire la mappa concettuale, ovvero le diverse possibili mappe dell'itinerario compiuto. Questo modo di organizzare la sequenza dei contenuti vale anche per le prossime ipotesi di curricolo che proporrò. Per questa in particolare, consiglierei poi di proporre agli studenti (all'inizio o alla fine) la lettura integrale della quindicina di pagine iniziali dell'opera di Hobsbawm intitolate "Il secolo: uno sguardo a volo d'uccello", e forse anche delle trenta pagine del capitolo conclusivo, "Verso il terzo millennio", che rappresentano una sintesi di rara efficacia espositiva e al contempo una problematizzazione straordinariamente stimolante.


 

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