bibliolab

chi siamo attività e news la biblioteca laboratorio di lettura


mappa del sito

giochi multimedia e web laboratorio di storia laboratorio accadueo
 
LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti > la storiografia

Alberto De Bernardi, Le rilevanze storiografiche del '900

fare storia in Laboratorio
gli interventi degli esperti
i percorsi didattici
materiali didattici
Bibliolab:
la caccia al tesoro
le sitografie
Forum docenti
Forum studenti
 
ANCHE L'OTTOCENTO DA SMONTARE?

Si potrebbe osservare che questa periodizzazione appare più complicata da gestire in classe della precedente in quanto non spezza solo il Novecento, ma anche il "lungo Ottocento": problema, questo, non marginale né sul piano storiografico né su quello dei programmi scolastici. Però, poiché nulla vieta di iniziare in quarta anziché in quinta la trattazione di quello che diventa il "lungo Novecento spezzato", mi soffermerò sul versante storiografico del problema.
A me pare che non solo questa interpretazione, ma anche molte suggestioni offerte da Hobsbawm e dai contributi di altri storici ci costringano a rivedere radicalmente l'immagine consolidata dell’Ottocento, oltre alla sua unitarietà. Come è noto, in tutti i manuali l’ottocento appare come il secolo che pone fine all'"antico regime" e dà avvio alla contemporaneità: il secolo dello stato-nazione, della rivoluzione industriale e della questione sociale, delle grandi ideologie, del trionfo del liberalismo, della mondializzazione della storia. Ora invece, sulla base dei nuovi contributi storiografici, dovremmo spostare in avanti, alla seconda metà del secolo, l'affermazione dello stato-nazione; e collegare i mutamenti radicali prodotti dall'industrialismo alla seconda rivoluzione industriale (cioè tra fine Ottocento e inizio Novecento), non certo alla prima, che rimane un fenomeno trascurabile fuori dall’Inghilterra. Se poi misuriamo questi mutamenti sulla scala della storia planetaria e in termini di mutamenti delle condizioni e dei modi di vita, abbiamo visto che Hobsbawm colloca la grande svolta (paragonabile alla rivoluzione neolitica) nel terzo quarto del nostro secolo. Ancora più logora è la tradizionale immagine dell'Ottocento sul versante socio-politico, viziata da una indebita continuità che si è soliti stabilire tra liberalismo e democrazia. Al riguardo, mi sembrano tutt'ora esemplari le pagine nelle quali Barraclough afferma la radicale discontinuità tra il sistema liberale ottocentesco, imperniato su parlamenti composti di esigue élites di "eguali" (paragonabili agli omoioi delle antiche poleis greche), e le moderne democrazie di massa, basate sul suffragio universale e quindi sui partiti di massa e su reali e profondi conflitti di interessi (secondo Barraclough, tale differenza è da considerare più rilevante di quella, presente nelle società di massa, tra sistemi pluripartitici e sistemi monopartitici, ovvero tra democrazie occidentali e sistemi socialisti). Emerge dunque un Ottocento assai meno "contemporaneo" dell'immagine che tradizionalmente ne abbiamo: immagine che, se ci pensiamo, è ancora la stessa che quel secolo aveva di sé e che come tale ci ha trasmesso.


 

Le rilevanze storiografiche del Novecento
di Antonio De Bernardi

Il nuovo curricolo di storia
di Antonio Brusa

Il laboratorio e la sua polisemia
di Mario Pinotti


   

Un curricolo di storia per il triennio delle superiori di Cesare Grazioli

Una proposta di laboratorio didattico sul Novecento di Cesare Grazioli

iperstoria
Nel labirinto del Novecento. Strumenti di approfondimento per una lettura possibile del nostro secolo  

di Manuela Tommasi

PRAGMA
Una storia per contesti, concetti e operazioni

di Paolo Aziani


LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti la storiografia