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LABORATORIO DI STORIA > gli interventi degli esperti > la storiografia |
Alberto De Bernardi,
Le rilevanze storiografiche del '900
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NOVECENTO COME STORIA
DEL PRESENTE E COME STORIA-MEMORIA
Però questo è un nodo che in qualche modo stringe anche il Novecento, riportandoci al confronto tra le due immagini del secolo che ho cercato di presentare finora. Facendo un passo indietro, non si può certo affermare che l’interpretazione di Hobsbawn sul secolo sia rivolta al passato (basterebbe leggere il capitolo conclusivo de Il secolo breve per smentire questa idea), e che quelle di Mayer e di Paggi siano rivolte al futuro. Si può dire però che lo sguardo di Hobsbawm, come egli stesso afferma, è "interno" al secolo, riflette ciò che il secolo ritiene interessante di se stesso. Invece la seconda impostazione riflette ciò che il presente - un presente già proteso verso il ventunesimo secolo - trova di interessante nel ventesimo. Se è vero che la storia è ciò che un'epoca trova di interessante in un’altra (secondo la definizione di Burchardt), e che "la storia contemporanea ha inizio quando i problemi che sono attuali nel mondo odierno assumono per la prima volta una chiara fisionomia" (come affermava Barraclough), dovremmo avere pochi dubbi sul fatto che la contemporaneità inizi nella seconda metà del nostro secolo (dopo la seconda guerra mondiale o dagli anni settanta), non certo nel 1914 nè tantomeno nel 1917. Ma il Novecento ci pone un problema in più, non contemplato dalle due definizioni appena citate: il problema della storia come trasmissione della memoria, come ponte tra le generazioni. Ciò è vero in particolare per la storia del secolo in cui viviamo, del quale non possiamo trascurare la memoria, la percezione di sè e del mondo delle generazioni che l’hanno percorso e che ne sono tuttora protagoniste. Queste generazioni hanno formato la loro identità nella seconda guerra mondiale o nella guerra fredda o nel '68, e per loro la terza rivoluzione industriale, internet, la globalizzazione e la tecno-music sono fenomeni estranei, ai quali magari rassegnarsi, ma non certo presenti fra i tratti costitutivi della propria identità e della propria memoria personale, sociale e storica. Forse è questa duplice valenza della storia-storia del presente e storia-memoria di cui però quel presente è impregnato - il problema più complesso che ci pone la rivisitazione del Novecento. |
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