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ALLA DOMANDA SUI POSSIBILI CRITERI Dl SELEZIONE DEI CONTENUTI.

Un criterio che ho proposto qualche anno fa è quello delle differenti scale spaziali, che serve anche per superare criticamente una condizione attuale dell'insegnamento, nel quale si mescolano solitamente in un'unica narrazione elementi di dimensione spazio-temporale totalmente diversi: eventi mondiali, europei, nazionali, qualche volta locali. La maggior parte dei curricoli europei tende invece a differenziare questi diversi livelli, ad esempio in certi paesi si fa un anno storia mondiale, un altro anno la storia nazionale. Noi però potremmo utilizzare queste quattro dimensioni spaziali in modo diverso, facendo corrispondere a ciascuna di esse modelli di ampiezza e profondità diversa (questa, attenzione, è la condizione, altrimenti diventano quattro raccontini). Magari le UD possono differenziarsi anche perché una è di tipo economico, una di tipo politico, una riguarda una biografia, ecc. Ad esempio, nel primo anno di scuola superiore, potrei dire:

1) La dimensione mondiale interessante è quella degli scambi intercontinentali basati su quelli che Maurice Lombard chiamava i prodotti strategici, cioè prodotti di alto valore sociale che possono andare in luoghi lontani e che non sono deperibili nel tempo. Ebbene, per lungo tempo molte di queste merci (oro, avorio, legni pregiati, schiavi) erano prodotte in Africa, arrivavano in Europa o nell'area mediterranea del vicino oriente, dove venivano elaborate in vario modo; lì c'era anche una forte domanda per altri due prodotti strategici orientali (la seta e le spezie), per cui l'oro arrivato dall'Africa prendeva la strada dell'estremo oriente, dove attivava un'altra economia. Questo è lo schema mondiale che funziona fino al I5OO d.C., dentro al quale potete mettere tanti soggetti: i Sumeri che l'hanno avviato, I'impero assiro, I'impero romano, bizantino, i Sassanidi, Carlo Magno.

2) Poi, sempre in classe prima, entrerei dentro una di queste regioni, il Mediterraneo.
Qual è il fenomeno che mi interesserebbe? Potrebbe essere il Mediterraneo delle città, cioè l'urbanizzazione che si diffonde su tutte le coste del Mediterraneo, facendolo diventare un'area aggregata dalla civilizzazione urbana. Dal punto di vista del popolamento, delle lingue e delle religioni sono 500-600 città diversissime, ma tutte costellano le coste e attraverso i loro traffici mescolano merci, dei (ad esempio Afrodite, Istarte, Venere: la stessa, cambia solo il nome), strutture politiche: cioè sono poleis, ovvero società in cui l'aspetto fondamentale non è tanto la gestione del territorio - la polis ha un rapporto disastroso col territorio, che essa si limita a sfruttare, a differenza delle società idrauliche come l' Egitto, che vivono nella cura del territorio - quanto i rapporti umani che si sviluppano al proprio interno, quindi il problema della politica, e tra le città del Mediterraneo ci si scambia continuamente questo problema politico. Come esempio potrò prendere l'impero romano, o la polis greca, e lavorerò su questo.

3) Mi sposto poi a un livello nazionale, quello italiano, visto che siamo qui. In Italia potrei fare ad esempio l'argomento del popolamento italico, un argomento presente in tutti i manuali europei, perché all'Italia viene riservato un trattamento speciale proprio per il suo popolamento composito. Su questo le ultime ricerche ci raccontano una cosa straordinaria, cioè che tutto il variegato popolamento italico (Piceni, Etruschi, lapigi, ecc.) in realtà è un'invenzione, nel senso che tutti questi non sarebbero in realtà mai esistiti come popoli. II libro di R.Perone, L'ltalia alle soglie del protostorico, Laterza, 1996, sostiene infatti che attorno al 3OOO a.C. la penisola italica era abitata da piccolissimi gruppi di 2O-3O persone, bande che vivevano in nicchie, campavano dello sfruttamento del territorio e integravano l'alimentazione con la rapina a danno dei vicini. Col tempo da queste popolazioni si crearono degli aggregati e delle strutture gentilizie, che intorno al I000 si costituirono in federazioni. Poi, di fronte all'arrivo dall'esterno dei Greci, che avevano una precisa identità di popolo, questi si dissero: ma perché non siamo anche noi un popolo? e quindi si inventarono un nome e una storia che non era mai esistita: si inventarono cioè di essere Piceni, Sanniti, lapigi, ecc., ma queste cose iniziarono nell'VIII secolo e non avevano un passato, furono invenzioni politiche, per cui l'etnia fu un'invenzione politica, sulla quale poi si costruì una storia di rapporti politici che ebbe un esito politico. Questo è un esempio di contenuto sulla storia d'Italia come fatto politico di lunga durata, su cui potrei costruire la terza UD.

4) Poi, siccome siamo a Reggio Emilia e voglio che i ragazzi abbiano di questo territorio l'idea di un posto che anch'esso produce storia, farò un'UD di storia reggiana, che ovviamente io non conosco e non so quindi esemplificare, ma che certamente si può costruire in vari modi.

Anche se l'ho improvvisato adesso, questo potrebbe essere un buon programma di storia antica: 4 UD della durata teorica di I5 ore ciascuno, con le diverse scale spaziali. Non so se avete mai visto quel documentario dal titolo "Potenze di 10" (Ed.Zanichelli) nel quale inizialmente di vede l'universo grande come un punto; poi si entra e si vedono, successivamente, le galassie, il sistema solare, la terra, I'ltalia, un prato e giù giù fino alle molecole, agli atomi, ai quark: ogni volta l'obiettivo si restringe di 10, facendo cambiare l'ordine dei problemi. II legame tra i vari contenuti è di tipo formativo, non contenutistico: in quel documentario come nel nostro curricolo basato su differenti ordini di grandezza, il ragazzo impara che, secondo le diverse scale spaziali, deve cambiare ordine di problemi, per cui vedrà contenuti diversi. Quello spaziale è uno dei criteri di scelta dei contenuti, ma ce ne sono altri.

 


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La revisione dei curricoli di storia: le risorse in Internet
a cura di Gianni Spinelli




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