Bibliolab LABORATORIO DI STORIA > materiali didattici > percorsi > dall'altra parte: il filo spinato e la storia |
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IL
PRODOTTO A proposito
dell’allestimento della mostra, occorre esplicitare meglio un
passaggio che è stato comune a tutte e quattro le classi coinvolte. Tutti i ragazzi
sono stati chiamati a decidere, nelle singole classi, come allestire gli
spazi della mostra in modo che, anche dalla struttura, oltre che dai
contenuti, emergesse l’intenzione comunicativa generale del lavoro. La decisione
conclusiva è stata quella di allestire i pannelli in modo che
formassero un cerchio cosicchè che ci fosse un “dentro” e un
“fuori” (a riproduzione di quanto avviene con una reale
recinzione di filo spinato). All’esterno
sono state poste le voci di quelli che hanno subito il filo spinato
(testimonianze, brani letterari e immagini di indiani, di soldati degli
opposti eserciti, di deportati nei lager), all’interno la
storia e il punto di vista di quelli che il filo spinato hanno
imposto alle loro vittime (la storia dell’occupazione del
territorio dell’America del Nord, la propaganda degli stati in guerra
nel primo conflitto mondiale, le fasi della persecuzione nazifascista
nei confronti degli oppositori, degli ebrei e delle altre etnie
discriminate). La scelta di
questa struttura, che in qualche modo ribalta il senso comune ponendo
dentro non i reclusi ma i persecutori, è stata suggerita da un brano di
Razac che spiega come la recinzione serva a proteggere chi se ne avvale
dal confronto con l’altro da sé.
Si è inoltre
prestata attenzione agli aspetti comunicativi (accostamento delle
immagini e dei testi, artifici grafici, scelta dei colori, ecc) anche in
relazione all’utenza privilegiata (ragazzi delle scuole medie).
schema per l'allestimento della mostra |