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Dall'altra parte: il filo spinato e la storia 

  di Patrizia Vayola

QUADRO DI RIFERIMENTO E MOTIVAZIONI
FINALITA’, OBIETTIVI SPECIFICI E SCELTE DI CONTENUTO
RIFERIMENTI TEORICI, METODOLOGIE E PROCEDURE
Il filo spinato e la prima guerra mondiale
Fase 1: la definizione del problema
Fase 2: l’interrogazione delle fonti
Fase 3: nuova problematizzazione
Fase 4. i risultati della ricerca e le strategie comunicative per l’allestimento della mostra
la storia degli Indiani d’America
Fase 1: acquisizione di elementi di conoscenza
Fase 2: periodizzazione e selezione delle fonti
Fase 3: costruzione dell’ipertesto
Fase 4: realizzazione della mostra
la persecuzione razziale nazi-fascista
Fase 1: approccio alle testimonianze
Fase 2: la ricostruzione storica
Fase 3: la rappresentazione dell’altro e la realtà del lager
Fase 4: nuova problematizzazione: la lettura di una testimonianza inedita
Fase 5: allestimento della mostra
IL PRODOTTO
TEMPI DI REALIZZAZIONE DEI PERCORSI
RISORSE, STRUMENTI, PROCEDURE
 VALUTAZIONE
RIFLESSIONE SULL’ESPERIENZA
PER APPROFONDIRE

IL PRODOTTO 

A proposito dell’allestimento della mostra, occorre esplicitare meglio un passaggio che è stato comune a tutte e quattro le classi coinvolte.

Tutti i ragazzi sono stati chiamati a decidere, nelle singole classi, come allestire gli spazi della mostra in modo che, anche dalla struttura, oltre che dai contenuti, emergesse l’intenzione comunicativa generale del lavoro.

La decisione conclusiva è stata quella di allestire i pannelli in modo che formassero un cerchio cosicchè che ci fosse un “dentro” e un “fuori” (a riproduzione di quanto avviene con una reale recinzione di filo spinato).

All’esterno sono state poste le voci di quelli che hanno subito il filo spinato (testimonianze, brani letterari e immagini di indiani, di soldati degli opposti eserciti, di deportati nei lager), all’interno la storia e il punto di vista di quelli che il filo spinato hanno imposto alle loro vittime (la storia dell’occupazione del territorio dell’America del Nord, la propaganda degli stati in guerra nel primo conflitto mondiale, le fasi della persecuzione nazifascista nei confronti degli oppositori, degli ebrei e delle altre etnie discriminate).

La scelta di questa struttura, che in qualche modo ribalta il senso comune ponendo dentro non i reclusi ma i persecutori, è stata suggerita da un brano di Razac che spiega come la recinzione serva a proteggere chi se ne avvale dal confronto con l’altro da sé.  

Si è inoltre prestata attenzione agli aspetti comunicativi (accostamento delle immagini e dei testi, artifici grafici, scelta dei colori, ecc) anche in relazione all’utenza privilegiata (ragazzi delle scuole medie).

schema per l'allestimento della mostra