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INSEGNARE CON IL CINEMA
la storia per immagini in un istituto professionale
: la shoah

Teorie di riferimento
Cinema e storia

    Il cinema è stato a lungo considerato con una certa diffidenza dalla scuola; di fronte poi alla sua crescente importanza come fonte di cultura, l’istituzione scolastica si è progressivamente aperta ai mezzi audiovisivi[1].

  Nell’ambito del rinnovamento che negli ultimi decenni ha interessato l’insegnamento della storia, disciplina sovente ritenuta dagli studenti ostica e lontana dal loro vissuto, forte è stata l’attenzione nella didattica all’uso delle fonti e dei documenti[2].  Il cinema può essere utilizzato, pertanto, come strumento da affiancare ad altri tipi di comunicazione (verbale, testuale, iconografica).  Risulta di conseguenza importante  cercare di coinvolgere e motivare gli allievi usando tali strumenti: il linguaggio visivo è un linguaggio che gli adolescenti  conoscono e comprendono  sovente meglio di quello scritto, è più congeniale ai loro stili cognitivi.

    Il mezzo cinematografico, tuttavia, non è un documento storico, neanche nel caso in cui i fatti narrati siano coevi: presenta sempre un filtro interpretativo costituito dalle idee del regista, degli sceneggiatori ed è  inoltre sovente influenzato dal clima ideologico dominante in quel momento storico[4]. Il cinema, pertanto, può costituire in questo caso anche una fonte storica[5]. Per le età più antiche è possibile, inoltre, rilevare come il nostro secolo abbia interpretato le epoche passate[6].

   L’uso del cinema nella didattica della storia diventa quasi una necessità: gli studenti sono infatti cresciuti in un ambiente “multimediale” che, pur con dei limiti, può costituire una risorsa da sfruttare. Adoperare, pertanto, più linguaggi differenti può offrire al docente l’opportunità di educare i suoi allievi alla molteplicità dei punti di vista: si possono in tal modo rendere consapevoli che la verità in campo storiografico non è una sola, ma che è sempre vincolata ad un punto di vista e ad un contesto di osservazione[7].

   A mio giudizio, bisogna porre in evidenza con gli allievi come il cinema sia interpretazione di un determinato fatto o evento; è bene, pertanto, usarlo incrociando altri tipi di fonti.

   Particolarmente efficace mi sembra l’uso dei film nello studio dell’età contemporanea[8]. Nella pratica scolastica è realisticamente improponibile la visione integrale di un certo numero di film; si può tuttavia proporre una antologia di sequenze di taluni film significativi[9].

 

   Gli elementi di base da tener presenti per una buona riuscita di tali percorsi sono i seguenti:[10]

La scelta dei film

o       esplicitare gli obiettivi cui si tende

o       rapportarsi al contesto della classe

o       organizzare un percorso che non si limiti alla semplice visione

o       reperire  informazioni e repertori

o       ricercare informazioni sul film tratte da diverse fonti e di tipologie diverse     (analisi, critiche, interviste) [11]             

Prima della visione

  • verificare la gestione ottimale della visione (buon funzionamento delle attrezzature e della videocassetta e condizioni di fruizione degli studenti)

  • valutare con attenzione l’orario della visione e il carico della giornata

  • non spezzettare le visioni

  • garantire il più possibile condizioni di oscurità e di isolamento sonoro

  • esplicitare al meglio i motivi per cui si vedrà qualche spezzone o film

  • nel caso di film particolarmente impegnativi (lunghi, lenti, in bianco e nero) fornire un minimo di incentivi alla visione e di “rassicurazioni”  

Durante la visione

  • comportarsi da spettatore, non da insegnante che controlla o, peggio, abbandona l’aula perché già conosce il film

  • prestare attenzione alle reazioni degli studenti (tensioni, risate, battute, silenzi, ecc.) per cogliere elementi utili da riportare durante l’analisi

Dopo la visione, prima dell’analisi

  • stimolare una reazione a caldo da parte dell’uditorio, ma senza attivare percorsi troppo razionali e analitici: usare brainstorming, definizioni immediate

  • garantire libera espressione, senza orientare troppo: pur partendo da considerazioni epidermiche ( mi è piaciuto o meno), cercare di far fissare la memoria su sequenze, personaggi, eventi del film, stimolando però la massima eterogeneità[12].

      La visione di spezzoni di film deve essere preceduta da una breve introduzione in cui ho spiegato ed introdotto quanto stavamo per vedere; in estrema sintesi ho accennato al fatto che è necessario guardare con prudenza tali documenti.

    Seppure questo uso debba essere necessariamente assai limitato, a mio giudizio si può rilevare proficuo sotto molteplici punti di vista: innanzitutto è possibile  creare interesse nei confronti della storia anche in classi poco propense ad una attenzione prolungata ed indubbiamente il film con la sua tendenza alla drammatizzazione assai bene si presta a rafforzare l’interesse degli allievi.  E’ opportuno inoltre che si verifichi per taluni momenti storici una visione incrociata di più strumenti di indagine, mostrando la complessità della realtà storica. Mi pare che, pur con i limiti delle poche sequenze viste, si possa verificare anche un percorso di comprensione e di analisi che coinvolga tutti gli allievi.

   Mi sembra, pertanto, che l’uso dei film possa consentire di ampliare gli orizzonti culturali degli studenti anche in considerazione della possibilità di leggere uno stesso avvenimento sotto diversi punti di vista, contribuendo in tal modo ad affinare la capacità critica.


[1] Cfr.  P. Iaccio, Cinema e scuola . Percorsi immagini testimonianze, Napoli, Liguori Editore 2002, pp.14 e s. Si vedano anche le riflessioni di Giuseppe Serri sulle possibilità e le prospettive di tale mezzo: G: Serri, Verso un nuovo insegnamento storico, in A.A.V.V., Cinema e insegnamento della storia, Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia, Cagliari, Editrice Dattena, pp.9-21.
[2] Cfr. S. Bernardi, Fare scuola con i film, Firenze, Sansoni Editore1991, p.8 e s.

[3] “ Il cinema, proprio per le sue qualità ‘illusionistiche’ di ricreazione della realtà ha cercato nella storia sin dalle origini uno sbocco spettacolare diventando anche immediatamente uno strumento critico di lettura e interpretazione (non importa se superficiale, o tendenziosa, ideologicamente orientata o freddamente documentaria)”: Fernaldo Di Giammatteo, in P.Iaccio, op.cit., p.24.

[4] Cfr. F. Masala, Non di solo codice, in A.A.V.V, op.cit., p.27 e s

[5] Interessante una riflessione in tal senso, anche se pare non del tutto adeguata al tipo di studi della scuola media, mentre si potrebbero proporre la visione ed il commento, ad esempio, nell’ultima classe di un liceo, del film della Cavani I cannibali, rivisitazione dell’Antigone sofoclea interpretata con lo sguardo rivolto al presente.

[6] Si pensi a tal proposito alle differenti interpretazioni del mondo classico: dai cosiddetti film peplum, ingenua e approssimativa visione holliwoodiana di quell’epoca ai racconti cinematografici di Pasolini (Medea o Edipo re).

[7] Cfr. infra p.

[8] Anche sulla rete numerossime e interessanti sono le riflessioni, ma soprattutto le proposte didattiche: tra gli altri ricorderò www.bibliolab.it  e www.iteronline.it .

[9] Se ci fosse il tempo, magari in un percorso tematico pomeridiano, si potrebbe proporre la visione integrale di film. Vedere un film non è un’attività di mera fruizione, ma una specifica competenza che va attivata nell’alunno; bisogna cioè saper vedere un film per poterne godere tutte le potenzialità formative ed educative; il piacere della visione sarà più intenso se l’allievo viene messo nella condizione di poterlo apprezzare. saper Una didattica della visione consisterebbe nel progettare ogni visione di un film suddivisa in tre momenti:
1. Prima della visione: l’insegnante deve accendere la curiosità del ragazzo, focalizzando l’attenzione su uno o più aspetti del film: l’argomento, l’inizio, il protagonista e/o il suo possibile punto di vista, la relazione fra i personaggi, l’epoca in cui è stato girato, la chiave espressiva. E’ necessario poi stimolare l’alunno ad analizzare tale aspetto chiedendo a lui di immaginare una possibile risposta: cosa pensi di…? Cosa può accadere, a tuo parere, se…? Chi sarà…? Cosa può accadere tra di loro? Cosa avranno detto nell’anno…? ecc. Naturalmente un elemento costante di ogni ‘prima della visione’ sarà richiamarsi al filo rosso che funge da collante per tutte le pellicole, per introdurre e situare al meglio ogni film.
2. Visione del film: al film si giunge pieni di domande e seguendo il filo di un racconto: la visione sarà quindi più attiva e partecipe. 3. Dopo la visione: l’alunno potrà qui confrontare la risposta data dal film con la propria e con quella dei compagni.  Per quanto riguarda il linguaggio si farebbe notare:

il punto   di vista (chi guarda e chi racconta), il ritmo (pause descrittive, prevalenza di azione, ellissi narrative), inquadrature e movimenti di macchina prevalenti ( funzione e scopi), luci e colori prevalenti ( funzione e scopi), temi musicali ed effetti sonori ( funzione e scopi).

[10] Traggo questa parte da spunti ricavati da un corso di aggiornamento per insegnanti organizzato a Torino dall’associazione Aiace, nell’anno scolastico 2000-2001, avente per argomento l’utilizzo dei mezzi audiovisivi a scuola.

[11] In un percorso più articolato di quello da me attuato l’insegnante può valutare l’opportunità di fornire agli allievi schede sui film e altro materiale.
[12] Si potrebbe eventualmente visualizzare ciò che emerge per tutta la classe, usando cartelloni, lavagne.

ABSTRACT

Teorie di riferimento

Il progetto didattico

Fase preattiva 

L’intervento didattico

Il percorso didattico

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA GENERALE 

BIBLIOGRAFIA   SU  CINEMA E DIDATTICA 

ALLEGATI

 

 

  

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