|
INSEGNARE
CON IL CINEMA
la
storia per immagini in un istituto professionale:
la shoah
Teorie
di riferimento
Risorse didattiche tradizionali e multimediali.
Il dato preliminare con cui
ci si deve confrontare è la scarsa motivazione degli studenti verso
lo studio della storia. La ragione principale di questo
atteggiamento così diffuso sembra sia il fatto che le nuove generazioni,
poco incuriosite dalla memoria del "passato", sono attratte
maggiormente da ciò che possono conoscere e realizzare nel
"presente".
È necessario pertanto definire
la metodologia propria della storia contemporanea, partendo
dalle esigenze conoscitive del presente. Vanno definiti scenari
flessibili per individuare i temi rilevanti della
storia del Novecento. Va potenziato il valore della "interdisciplinarietà"
nello studio della storia contemporanea, con la consapevolezza della
problematicità del secolo in tutti i suoi aspetti .
Bisogna pertanto pensare ad una
trasformazione profonda della funzione docente e delle metodologie di
insegnamento/apprendimento. Stabilite le rilevanze dei contenuti e
la metodologia, si può ipotizzare la definizione del programma di storia
attraverso moduli, concepiti come segmenti autonomi e di valenza
multidisciplinare. Ricordando che la storia non è soltanto avvenimenti e
personaggi, ma anche l’insieme di fenomeni economici, sociali e culturali,
vicende di organizzazioni politiche, religiose e giuridiche, profili di
mentalità e di costumi, un modulo può dunque, riferirsi alle guerre
mondiali del XX secolo, come alle emigrazioni, all’industrializzazione, o
ad altro. Sullo sfondo della storia complessiva viene, dunque, isolato un tema,
che possa costituire un collegamento del presente con radici passate.
In questo quadro rivela tutta la sua utilità l’allestimento a
scuola di un ‘laboratorio per la didattica della storia’, inteso
come luogo fisico, dove costruire documentazione, selezionare fonti e
materiali, predisporre la ricerca. La ricerca, nel laboratorio, è un procedimento
da condurre insieme, docenti e studenti, che formano un vero gruppo
di lavoro, dove si attivano sia elementi affettivi che cognitivi, dove si
confrontano i vissuti soggettivi. Non è
un’operazione semplice, bisogna modificare atteggiamenti e
convinzioni, proporre supporti contenutistici e metodologici di formazione e
di aggiornamento, costruire strumenti didattici innovativi, come è di fatto
l’idea di costituire un laboratorio. Il suo allestimento è già di per sé un’occasione di
autoaggiornamento e di ricerca, perché rappresenta
un progetto educativo, che intreccia il sapere cognitivo con il saper fare.
Il laboratorio diventa, quindi, un’alternativa al modo tradizionale
di insegnare la storia,
che si può ridursi al
presentare agli alunni un discorso storico come dato, mai indagato nei suoi
criteri di costruzione. In altri termini, nel laboratorio è possibile ripercorrere -
anche se in modo simulato – le tappe essenziali della ricerca
storiografica.
Il laboratorio si configura, dunque, come una sorta di
"palestra", in cui ogni "attrezzo" va usato per capire
come si costruisce la storia. In particolare, esso integra l’uso dei
diversi strumenti di apprendimento – il libro di testo, la televisione, le
esercitazioni, le visite ai musei, ed altro -, senza privilegiare in modo
esclusivo uno solo di essi.
Alla formazione acquisita a scuola,
vanno aggiunti i concetti storici trasmessi dai mass media (stampa e
mezzi audiovisivi), da altre discipline, dal cinema e dai musei. L’apprendimento
della storia si configura, quindi, come il risultato di un processo
diversificato, scaturito dal confronto tra l’esperienza personale
e le asserzioni che provengono dalle fonti più svariate.
L’attuazione di un progetto educativo come quello
descritto è impraticabile quando il processo di apprendimento implica una
sostanziale passività da parte dello studente e quando il suo ruolo si
limita a ricevere conoscenze già valutate ed elaborate. L’approccio
didattico che si propone, senza escludere che ne esistano altri ugualmente
efficaci, presuppone un apprendimento simile ad un cammino di
scoperta che coinvolge gli studenti nell’uso delle fonti di
informazione e consente loro di mettere in relazione le proprie conoscenze
di fatti e concetti storici sotto la guida dell’insegnante.
Per quanto riguarda il concetto di multimedialità, va
innanzitutto rilevato che con il termine si intendono diverse cose: esiste
una multimedialità che deve essere apprezzata, che ha a che fare con
l'incrocio tra i diversi media che veicolano variamente dei messaggi. Lì
non c'è una struttura di tipo lineare,
come nel libro. L'utente può iniziare da un mezzo, proseguire con un
altro, incrociare elementi con elementi dell'altro: egli sta al centro delle
operazioni di uso. Solo se si parte da questa idea più ampia di
multimedialità, entro la quale confluiscono gli incroci tra i diversi
linguaggi, tra i diversi temi, tra i diversi media, allora si può capire
cosa potrà essere e che cosa in parte è la multimedialità di tipo
elettronico, quella veicolata dai computer, quella che troviamo nei CD- ROM
o, talvolta e con qualche difficoltà, in Internet. E' appunto un incrocio
tra diversi linguaggi, tra diversi media in senso culturale.
Quando si parla di multimedialità, bisogna pensarla come uno
spazio entro il quale confluiscono gli incroci tra i diversi linguaggi, come
precedentemente detto. Il rischio che si corre è costituito dal trasferire
la logica analitica, lineare, sistematica del libro, dentro il contesto
multimediale. Questo è un grave errore perché la multimedialità partecipa
necessariamente di categorie e strutture diverse da quelle tradizionali. Nel
pensare al salto dal libro al multimediale va tenuto in considerazione il
punto intermedio rappresentato dall'audiovisivo, ossia da uno
strumento la cui articolazione è completamente diversa da quella
esclusivamente visiva del libro.
La multimedialità va vista come la grande occasione che la
scuola ha per un effettivo cambiamento. In primo luogo, questo
cambiamento del mondo didattico diventa un atto dovuto rispetto allo
studente, che di per sé è multimediale, ossia naturalmente predisposto
all'interattività finalizzata alla conoscenza;
è dunque compito del docente riuscire a stabilire un contatto completo con
gli allievi. Va sottolineato che tutto l'apprendimento che avviene entro
la multimedialità, è un apprendimento che si avvantaggia della
risorsa della compartecipazione, del piacere, della piacevolezza.
D'altro canto, anche il docente necessita di un nuovo
modello di formazione culturale e professionale per affrontare questo
cambiamento; sarà quindi l'università a doversi trasformare per istruire
i nuovi docenti.
Le resistenze verso un effettivo inserimento
delle nuove didattiche nella
scuola sono legate alle difficoltà di un profondo rinnovamento del mondo
della scuola.
Soltanto una serie di scelte coraggiose potranno sbloccare la scuola
da questa paura di rinnovamento. Un primo passo importante è costituito
dall'uscire fuori dalla facile contrapposizione tra virtualità a realtà.
Il virtuale va inteso come amplificazione delle possibilità di
interpretazione e di uso del reale; in tal senso va focalizzato il fatto che
proprio l'interazione che si stabilisce tra il computer e il fruitore è il
sinonimo della fisicità presente nel mondo digitale.
Insieme al fatto che, in situazioni limite, il computer può aiutare
ragazzi che abbiano difficoltà di natura caratteriale, va comunque detto
che bisogna capovolgere la visione, secondo la quale il computer o la
televisione sono definiti freddi; infatti sono strumenti che entrano
direttamente in rapporto con l'interezza dell'individuo. Nel caso della
scuola, inserire la multimedialità significa coinvolgere tutti i
soggetti, quindi rivoluzionare l'assetto generale del sapere.
Anche l'introduzione di Internet
nella scuola implica un rinnovamento dell'apparato didattico attuale; la
rete andrà sfruttata in modo intelligente e fruttuoso dal punto di vista
dei tempi. Internet nella scuola non significherà una libera navigazione
per quattro ore consecutive, ma rappresenterà una inesauribile fonte di
sapere in relazione ad un preliminare lavoro di ricerca.
|
ABSTRACT
Teorie
di riferimento
Il
progetto didattico
Fase
preattiva
L’intervento
didattico
Il
percorso didattico
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
GENERALE
BIBLIOGRAFIA
SU CINEMA E
DIDATTICA
ALLEGATI
|