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LE
SCUOLE E GLI EBREI (*) L’ ANTISEMITISMO E L’ODIO PER LE SCUOLE Il termine ‘antisemitismo’ nacque in Germania nel 1879 come bandiera di una propaganda politica che teorizzava la riduzione dei ‘diritti civili’ diffusi dalla Rivoluzione Francese che portarono, tra l’altro, a un’ espansione del sistema della pubblica istruzione. Dühring nel 1893 vede proprio nelle aule l’inizio dell’opera di diffusione dell’educazione al razzismo; infatti scriveva: "Già i bambini nelle scuole, lo ripetiamo, devono imparare cos’è
un ebreo e che aspetto ha, così come imparano a conoscere con precisione e a
distinguere animali e piante ... Già i bambini delle elementari devono imparare cos’è un ebreo, sulla
base di immagini che riproducono fedelmente i caratteri razziali e, secondo
l’occasione, anche in base a esemplari viventi. Infatti perchè i bambini
devono imparare esattamente le forme delle piante e degli animali e non degli
uomini? La conoscenza degli uomini non è molto più importante?" Così in Germania si affermava una visione della società umana razzista, così si seminava l’odio individuando nelle scuole il terreno ove far crescere questa pianta. Non era un caso poichè proprio ai bambini e alle scuole gli ebrei avevano dedicato infinita attenzione. E ciò è confermato dalla frase per cui Il mondo esiste solo per il respiro dei bambini che vanno a scuola (Talmud babilonese - Shabbath 119b); in questo passo di una discussione talmudica che risale agli ambiti del patriarca Hillel si avverte la profondità dell’atteggiamento verso gli studi del mondo ebraico. "L’amore del sapere per sè stesso era una ragione dello straordinario valore attribuito all’educazione... Ma ancor più profonda era la coscienza che la vita stessa della comunità dipendesse dalla diffusione del sapere"; fu per questa consapevolezza che, pochi anni prima della distruzione del Tempio (ca. 589 a. C.), fu stabilito un piano organico per l’istruzione dell’infanzia: in ogni città vi dovevano essere maestri che avrebbero dovuto insegnare ai giovani dall’età di sei anni sino almeno a sedici anni. Appare già qui quel che
nitidamente ha tracciato Robert Bonfil: il culto di Gerusalemme e il
saldissimo nesso organico tra città, culto del sacro ed esercizio del potere
politico. E’ Gerusalemme un luogo terreno e non un immaginario centro
celeste che viene esaltato: "L’aria stessa che si respira in Terra
d’ Israele rende saggi (Talmud Babilonese Bovò Bathrà 158 b); delle dieci
misure di saggezza che furono date al mondo, nove furono assegnate alla Terra
d’Israele e una sola al resto del mondo (Talmud Babilonese Kiddushim 49
b)". L’esaltazione del governo sapiente e la sensibilità per l’istruzione pubblica innescarono quell’odio antiebraico che si manifestò dall’ Antichità sino al nostro ‘900; difatti con le persecuzioni fasciste e naziste quel mondo ebraico dedito agli studi fu colpito duramente; ogni programma inteso al genocidio ha avuto un obiettivo principale: lo sterminio dei bimbi e l’annientamento delle menti di chi studia e questo è accaduto anche con la Shoah.
(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html |
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