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LE
SCUOLE E GLI EBREI (*) Le fonti archivistiche Il ‘pericolo’ dunque era evidentemente ridotto eppure l’accanimento fu terribile. Dai documenti emerge una vera e propria ‘burocrazia dell’orrore’ che arrivò a pubblicare con zelo i sequestri operati nei confronti dei beni ebraici: sulla "Gazzetta Ufficiale" del 5 aprile 1944 si riporta persino che a un ebreo vicentino fu confiscata "una cuffia di gomma per doccia". I provvedimenti persecutori investirono ogni settore della vita civile: dal 1938 i cittadini stranieri -per ordine della prefettura di Vicenza- non possono più pubblicare avvisi pubblicitari. Nel frattempo il mondo economico inviò numerose lettere al Podestà di Bassano del Grappa per chiedere informazioni sul come adeguarsi alle disposizioni ed ottenere ‘certificati di appartenenza alla razza ariana’ che potevano però essere rilasciati solamente dalla Prefettura. Questi certificati erano divenuti indispensabili per la vita di tutti i giorni: iscriversi a scuola, esercitare qualsiasi attività commerciale, comprare materie prime, etc. L’organizzazione della ‘difesa della razza’ era estremamente capillare e nel gennaio del 1939 il Podestà di Bassano informò che nel comune non c’erano istituzioni di beneficenza e di assistenza a favore degli israeliti. Nell’agosto del 1940 si garantì che non c’erano ebrei presso istituzioni culturali e scientifiche e tantomeno premi letterari e cultarali gestiti da ebrei. La minuziosa politica di ‘difesa della razza’ vide il Podestà svolgere indagini sulla discendenza ebraica di due iscritti alla locale sezione del Club Alpino Italiano. Le condizioni di vita erano così divenute davvero difficili per gli ebrei vicentini tanto che un cittadino d’origine ebraica decise -nel 1939- di trasferirsi da Bassano a Tivoli nelle vicinanze di Roma seguito in ciò dalla scrupolosa osservazione del Podestà e della Prefettura vicentina. L’eccesso di zelo contagiò tanti provocando dolorose tragedie: esemplare fu il caso di quella ragazza di Este che fu deportata in un campo di concentramento perchè una penna troppo diligente aveva annotato sulle su schede anagrafiche che era "di razza ebraica" decretandone così la morte.
(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html |
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