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LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

La città senza ebrei

La lucidità di Zola non era isolata: nel 1922 Hugo Bettauer descrisse profeticamente ne’ La città senza ebrei come il Parlamento austriaco avesse deliberato di espellere gli ebrei da Vienna perché sosteneva il Cancelliere:

"La cosa è semplice: noi ariani austriaci non siamo all’altezza degli ebrei, siamo dominati oppressi, violentati da una piccola minoranza, proprio perché questa minoranza possiede delle qualità che ci mancano. ... Con la loro enorme capacità intellettiva, con il loro cosmopolitismo libero da tradizioni, con la loro duttilità felina, il loro intuito fulmineo, con le loro capacità affinate da un’oppressione millenaria, ci hanno sopraffatto, sono diventati nostri padroni, hanno posto sotto il loro potere tutta la vita economica, spirituale e culturale. .. O noi o gli ebrei! O noi, che siamo i nove decimi della popolazione, dobbiamo andare in rovina, o gli ebrei devono sparire!".

Il romanzo ipotizzò così le procedure per l’espulsione di tutti gli ebrei, dei convertiti, dei loro discendenti nonché la requisizione di tutti i beni ebraici sospettati di essere stati accumulati ingiustamente.

Fu così che "l’ultimo giorno dell’anno si trasformò per Vienna in un giorno di festa mai visto prima ... all’una del pomeriggio le sirene diedero il segnale che l’ultimo treno con ebrei aveva lasciato Vienna, alle sei di sera tutte le campane delle chiese suonarono per annunciare che in tutta l’Austria non c’era più un ebreo". La ‘festa’ terminò rapidamente: Vienna si accorse che non c’era più quel fervore culturale che animava i teatri, che i caffé del Ring andavano in malora, che era aumentata la disoccupazione e rincarati gli affitti; per di più la città, percorsa tutta da uomini croceuncinati, fu presa da un’incredibile tristezza.

La crisi fu tale che si decise di convocare nuove elezioni che rovesciarono lo schieramento antisemita e il capo socialdemocratico chiese: "che il nuovo parlamento apra le porte a un nuovo futuro e dia ai nostri concittadini ebrei la possibilità di adoperarsi di nuovo al nostro fianco, di impegnare, con noi e non contro di noi, la loro intelligenza, la loro assiduità, la loro capacità lavorativa e la loro creatività nell’interesse del paese". E allora si immaginò che gli ebrei fossero riaccolti a Vienna da un discorso del borgomastro che iniziò dicendo "Mio caro ebreo!...".

Purtroppo la favola di Bettauer ebbe un altro epilogo: l’autore del romanzo fu ammazzato il 10 marzo 1925 da un giovane nazista e dei 180.000 israeliti degli anni trenta ne tornarono a Vienna circa 4500. Si spense così la Vienna ricca di stimoli culturali, di tradizioni e di grande storia. Effettivamente Vienna dopo l’emancipazione del 1867 aveva visto un incremento della popolazione ebraica che nel 1910 costituiva circa il 9% della popolazione (175.300). La presenza ebraica si fece notare per il diverso sistema di valori che li spinse -aboliti gli antichi divieti- ad iscriversi ai diversi corsi di istruzione secondaria ed universitaria: nel 1912 il 47,4 % degli studenti delle scuole secondarie e il 24,5 % di chi frequentava l’università (esclusa teologia) era di origine ebraica. Questa ‘invasione’ di studenti aveva suscitato -nel 1876- l’aspra critica del professore di medicina Theodor Billroth che teorizzava l’incompatibilità tra ebrei e tedeschi. Infatti ‘anche se gli ebrei scrivono in tedesco in modo migliore e più gradevole di molti tedeschi genuini’ c’è una profonda diversità tra tutti questi cittadini e questa è la stessa che sentiva un Teutonico dinanzi a un Fenicio.

La favola fu sostituita dall’avverarsi di un altro ‘sogno’: quello fatto da Joseph Scheicher che -nel 1900- immaginava come Vienna sarebbe stata ‘libera da ebrei’ che avevano inquinato le scuole, le università e gli ospedali e questa ‘pulizia’ avrebbe comportato la fine di un mito cui erano attacati gli ebrei: il parlamentarismo.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

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