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LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

I matematici ‘ebrei’

Allucinanti appaiono le invettive contro i matematici ‘ebrei’ così come risulta da un gruppo di lettere scritte tra il 1909 e il 1924: allora si ipotizzava che la scuola di matematica romana finisse nelle mani degli ebrei, allora si denunciava che gli ebrei spadroneggiavano in modo così indegno da voler conquistare la presidenza dell’Accademia dei Lincei, allora si temeva la diffusione della teoria della relatività e delle dottrine di Einstein; pertanto si invitava a dare grattacapi agli scienziati giudii indicando come riprovevole lo ‘spirito di corpo ebraico’ che guida Enriques, Castelnuovo, Levi-Civita, Volterra.

Il ‘nemico’ era chiaramente indicato e se è pur vero che nell’aprile del 1925 Benedetto Croce organizzò il Manifesto degli intellettuali antifascisti al quale aveva aderito anche Guido Castelnuovo tuttavia la violenza e la perseveranza della persecuzione fu terribile: non appena furono pubblicate le leggi razziali ai professori Castelnuovo, Enriques e Levi-Civita fu impedito fisicamente di entrare nella facoltà di matematica dell’Università di Roma e l’azione fu condotta da zelanti allievi e professori che dovevano molto a quei maestri.

Poi, il 17 febbraio del 1939, la Regia Questura di Roma inviava una nota all’Ufficio di P.S. di Castropretorio ove si diceva: "viene riferito che il Prof. Guido Castelnuovo ... ebreo, andrebbe pubblicamente sparlando del Regime e del Duce. Si prega voler disporre accertamenti urgenti e fornire informazioni sulla condotta, razza e religione del Castelnuovo".

Le circostanze denunciate corrispondevano alla verità: il professore si era più volte pronunciato pubblicamente per la strada contro il fascismo; tuttavia il 28 febbraio 1939 la risposta del commissariato occultò i fatti: "Da riservati accertamenti eseguiti non è risultato che predetto abbia mai proferito frasi sconvenienti nei riguardi del Regime e del Duce; ne è ritenuto capace di farlo. Il Castelnuovo è di razza ebrea, ma non professa alcuna religione. E’ ritenuto persona (retta ed) onesta (sotto tutti gli aspetti) e, stando alle apparenze, mantiene contegno indifferente nei riguardi della politica razzista, si mostra ossequiente alle leggi ed alle autorità. Ho disposto pertanto attenta vigilanza nei confronti del predetto...".

Il documento mostra l’evidente disagio del funzionario che, tra l’altro, prima si sbilancia e scrive che il Castelnuovo è: ‘persona retta sotto tutti gli aspetti’ e poi depenna più volte la frase, correggendola, temendo di eccedere nella protezione che l’ignoto funzionario accordò al matematico comportandosi così ben diversamente dalla gran parte dei professori dell’Università di Roma che evitarono accuratamente di mostrare il benché minimo cenno di solidarietà. Singolarmente proprio i Castelnuovo riuscirono a scappare nel terribile ottobre del 1943 grazie al Commisariato di P.S. di Piazza Bologna che fece circolare la notizia della razzia.

Se queste erano le premesse si capisce bene quali furono le conseguenze: con un sinistro eccesso di zelo alcuni scienziati italiani si diedero un gran da fare per "arianizzare" i comitati di redazione delle riviste scientifiche espellendone gli italoebrei per sconfiggere i ‘complotti ebraici’.

Nonostante la durezza dell’intervento razziale Guido Castelnuovo fece in modo di attivare a Roma un’università clandestina per l’insegnamento delle scienze matematiche e fisiche che funzionò a Roma tra il ‘41 e il ‘43 mentre negli stessi anni, a Milano e Torino, Edoardo Volterra collaborava ad analoghe università clandestine che preparavano agli studi economico-giuridici; altrettanto impegno fu testimoniato a Ferrara da Giorgio Bassani per gli studenti esclusi dalla frequenza delle lezioni perché ebrei.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

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