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LE SCUOLE E GLI EBREI (*)
di Piero Morpurgo 

Le leggi razziali

Ora, con la pubblicazione delle infinite circolari che stabilivano la censura, ci si rende ben conto come quelle leggi razziali del ‘38 furono preparate con una pianificazione accurata: già dal 1934 le autorità di polizia provvedevano al sequestro di libri che offendevano la "dignità della razza"; del resto con il Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1926 (rivisto nel 1931) si erano ben fondate le premesse della persecuzione che prevedeva la censura preventiva per difendere il "sentimento nazionale". E i quotidiani ormai tutti assunti dalla propaganda fascista commentarono con orgoglio che -nel 1933- non c’era bisogno dei roghi con cui i libri venivano distrutti dai nazisti in quanto la lungimiranza dell’ Italia aveva provveduto a istituire una censura preventiva così rigida che già nel 1927 tutto era sotto controllo. E l’accanimento censorio fu tutto orientato verso chi era sospettato di inquinare la purezza italiana. E in questo quadto rientrò la legge del 7 gennaio 1929, n. 5 che istituiva il testo unico di Stato perché la scuola italiana potesse in tutti i suoi gradi ispirarsi alle idealità del fascismo.

La politica di controllo delle pubblicazioni per la ‘difesa della razza’ fu così accanita che -nel 1934- si arrivò al sequestro di un romanzo d’avventure che narrava l’amore di un intellettuale africano con una donna italiana. Si estendeva intanto la propaganda antisemita e già nel 1937 si diffusero indagini che denunciavano come oltre il 41% dei letterati, degli storici e dei giornalisti fosse ebreo; mentre solo il 24% era da classificarsi cristiano.

 

(*) Tratto dal libro, Le Scuole e gli Ebrei di Piero Morpurgo, di prossima pubblicazione. L'articolo è stato pubblicato su Educazione e scuola alla pagina http://www.edscuola.com/archivio/didattica/scuolebrei.html

 

  

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